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Rapporto dei Progetti e delle Povertà 2022

L’anno che si è da poco concluso è stato un anno particolarissimo, segnato dalle conseguenze del periodo di pandemia da un lato, e dall’accoglienza delle persone ucraine in fuga dalla guerra dall’altro.
Si tratta di due situazioni che hanno segnato tutti, a causa della crisi che hanno generato a più livelli. Prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina hanno sconvolto a livello globale le filiere di approvvigionamento, le catene di fornitura, le dinamiche finanziarie, e di conseguenza sono lievitati i prezzi dei prodotti con cui non solo le imprese, ma anche i consumatori si devono confrontare nella loro quotidianità.
Sappiamo bene che inflazione e rincari hanno ripercussioni più gravi sulle condizioni di vita delle persone che si trovano sulla soglia della povertà: lo testimonia l’aumento delle famiglie che nel 2022 si sono avvicinate ai nostri CdA per chiedere aiuto. Ci siamo confrontati con il rischio di tante persone di cadere in povertà, o di vedere inasprita la propria condizione di indigenza. E non basta avere un lavoro per dirsi al riparo dai pericoli: spesso si tratta infatti di un’occupazione precaria e di un salario insufficiente, soprattutto quando in famiglia ci sono figli minori, e l’inflazione gonfia il peso di qualsiasi spesa.
Accanto al problema del lavoro e di avere un reddito sufficiente, l’altro problema che si fa sempre più urgente è quello della casa: troppe famiglie, in questo momento, vivono una situazione di emergenza, hanno in essere uno sfratto o non trovano una soluzione adeguata. Disporre di una casa, base stabile di vita e di benessere, conferisce dignità e regala sicurezze sia all’individuo che al suo nucleo famigliare. Su quella roccia, si può erigere l’edificio di un’esistenza integrata, aperta a regolari percorsi di istruzione, di lavoro, di tutela della salute.
Accompagnare le famiglie in difficoltà è un impegno importante, che richiede un intenso lavoro educativo e culturale, per incidere in maniera significativa sulle cause della povertà, prevenendole e rimuovendole.
Il 17 ottobre 2022 Caritas Italiana ha presentato il suo 21° Rapporto su povertà ed esclusione sociale, dal titolo “L’anello debole”. Il documento offre uno spaccato aggiornato della povertà nel nostro Paese guardando, appunto, agli “anelli deboli della famiglia umana che, sganciati da meccanismi di solidarietà e accompagnamento, rischiano di isolarsi e staccarsi dal resto della compagine sociale”.
L’opera di contrasto materiale della povertà è fondamentale, ma non ci si può limitare a essa: occorre agire con interventi che vadano oltre gli indispensabili aiuti materiali che non appaiono sempre risolutivi.

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Rapporto 2021 Caritas, Porta Aperta Carpi e Mirandola

  Il Rapporto Povertà 2021, frutto della collaborazione tra Caritas Diocesana di Carpi, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola, e Recuperandia è stato presentato alla stampa lunedì 9 maggio presso il Museo diocesano.
In apertura, la direttrice di Caritas Diocesana, suor Maria Bottura, ha esposto il nuovo contesto in cui occorre leggere questi numeri, ovvero il tema di una povertà che interroga e richiama ad un compito di accompagnamento all’interno di una relazione.
Quindi non solo soddisfacimento di bisogni primari, cibo e salute, ma anche un insieme di servizi che contribuiscono ad elevare la dignità della persona o del nucleo familiare indigente, prima di tutto il lavoro e la casa, poi l’istruzione e la capacità di gestire i propri beni.
Gli ha fatto eco Alessandra Mioni, del consiglio direttivo di Porta Aperta, raccontando la storia dell’associazione e i cambiamenti in atto nei confronti di un’utenza che manifesta sempre nuovi bisogni per far fronte a situazioni di fragilità che stanno alla base o aggravano la povertà.
I vari responsabili dei settori di Caritas e Porta Aperta sono poi entrati nel merito dei contenuti del Rapporto. Un elemento di sintesi si può evidenziare e riguarda da un lato un trend stazionario del numero delle famiglie che accedono ai vari servizi ma dall’altro l’incoraggiante aumento sia degli aiuti materiali (denaro e beni, anche appartamenti) che del numero dei volontari.
Quindi un tessuto di grande generosità che ben si coniuga con la serietà e la creatività dei progetti di Caritas e Porta Aperta.
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Rapporto povertà 2020, presentato il 20 aprile 2021

Presentazione Rapporto povertà 2020

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Servizio di TRC
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Martedì 20 aprile, alle 21, in diretta streaming, si è tenuta la presentazione pubblica del Rapporto dei progetti e delle attività per l’anno 2020 di Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Recuperandia e Porta Aperta Mirandola.

Si tratta di un evento che, da sempre, si propone quale osservatorio su di uno spaccato di società – il più fragile – del nostro territorio.

Il dossier riferito all’anno appena trascorso acquista una particolare rilevanza poiché registra, per la prima volta, numeri e situazioni correlati alle conseguenze dell’avvento della pandemia da covid-19.

Alla presentazione, oltre ai Responsabili delle realtà che hanno pubblicato il testo, sono intervenuti alcune personalità in grado di darne uno sguardo d’insieme: il Vescovo di Carpi, monsignor Erio Castellucci; il sociologo Giovanni Carrosio dell’Università di Trieste, fra i curatori della recente “Relazione sul futuro del Distretto di Carpi”; il segretario della Cisl Emilia Centrale, Andrea Sirianni, per un quadro occupazionale del nostro territorio.


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Di seguito alcune note di presentazione del Rapporto Povertà 2020 e le dichiarazioni dei Responsabili degli enti promotori

Uno sguardo complessivo

Complessivamente – pur nelle differenze tra Carpi e Mirandola, che saranno illustrate alla presentazione del 20 aprile – nel corso dell’anno 2020 la distribuzione di generi di prima necessità è stata garantita, nonostante momentanee chiusure, norme di sicurezza imposte e riduzione del numero dei volontari attivi. Tuttavia, il servizio di ascolto, inteso come momento di incontro e vicinanza fisica alle persone in difficoltà, ha inevitabilmente risentito delle restrizioni.

Queste ultime non hanno comunque impedito alla rete solidale presente sul territorio di intervenire, anzi sono state, per così dire, di stimolo ad una rinnovata progettualità, che ha permesso non solo di sostenere varie iniziative benefiche, ma anche di creare e rafforzare rapporti e collaborazioni fra gli enti locali.

Caritas Diocesana di Carpi
Suor Maria Bottura, direttrice

Nel 2020, che sarà certamente ricordato come l’anno del covid, tramite il nostro punto di osservazione, quello dei centri di ascolto parrocchiali, oltre che quello dell’ufficio diocesano, abbiamo visto crescere notevolmente le necessità delle persone accompagnate, la cui situazione si è aggravata per la perdita del lavoro precario e per l’isolamento.

È stato soprattutto il periodo successivo al lockdown quello che ci ha impegnati maggiormente. I contributi messi a disposizione nell’anno per le famiglie in difficoltà, da destinare a sostegno alimentare, pagamento delle utenze e delle rate di affitto, sono notevolmente aumentati in confronto con l’anno precedente; abbiamo potuto sostenerli grazie agli stanziamenti della Caritas Italiana provenienti dall’8xmille, assieme ai contributi che molte persone e famiglie hanno voluto offrire in risposta ai progetti proposti a tutta la Diocesi: “Alleati per la cura” (emergenza sanitaria) e “Dona calore” (emergenza pagamento utenze). È la testimonianza reale della grande solidarietà che anima la Chiesa.

Porta Aperta Carpi
Alessandro Gibertoni, responsabile del Centro di Ascolto

Nelle limitazioni imposte dall’emergenza sanitaria, il Centro di Ascolto ha continuato a garantire (dal 1° marzo al 15 maggio 2020) un importante supporto con l’erogazione di alimenti, ma è evidente che è venuta a mancare la centralità della relazione, solo in parte compensata dal sentirsi a distanza. Dallo scorso 18 maggio si è poi ripresa la normale attività.

Le conseguenze della pandemia non possono essere ancora valutate nella loro interezza, ma è molto probabile che si innesteranno in un processo di ridimensionamento del benessere delle famiglie già in atto da tempo e che ha visto crescere, anche nella nostra città, il tasso di povertà.

Nel corso del 2020 le famiglie incontrate al Centro di Ascolto sono state 478, in 193 giorni di apertura, e il valore è identico al 2019. Di queste il 59% sono di origine non italiana.

Un segnale di conforto viene dal fatto che mai come nell’anno trascorso abbiamo sentito vicine tante realtà, pubbliche e private, che ci hanno sostenuto e hanno condiviso il nostro operato per renderlo più incisivo.

Recuperandia
Massimo Melegari, coordinatore di Recuperandia

Dal 22 febbraio 2020, Recuperandia ha interrotto la sua attività per quattro mesi. Solo il 25 maggio gli operatori hanno potuto effettuare una profonda e accurata igienizzazione degli ambienti come indicato nel protocollo anti covid-19.

Finalmente il 16 giugno siamo ripartiti osservando tutte le norme e tanta è stata la gente a tornare nella bottega. Anche se per la metratura dello spazio espositivo avremmo potuto fare accedere un numero più elevato di persone abbiamo preferito mantenere un numero basso di ingressi simultanei (15 persone insieme a 7 volontari) per poter gestire un maggior distanziamento.

Sono stati poco più della metà gli acquisti fatti nel 2020 rispetto agli altri anni precedenti (15.925). Anche relativamente ai ritiri abbiamo dovuto provvedere ad una maggior selezione nel materiale e ad un’accurata sanificazione.

Il ricavato di Recuperandia permette di portare avanti progetti di sostegno alle famiglie e ai singoli innanzitutto in difficoltà economica che si rivolgono al Centro di Ascolto di Porta Aperta.

Porta Aperta Mirandola
Loretta Tromba, coordinatrice

Pur con il timore su come continuare ad aiutare le persone senza mettere in pericolo la loro salute e quella dei volontari, ci siamo riorganizzati in “emergenza” nel rispetto delle normative. Dato che la maggior parte dei volontari è over 65, la collaborazione con le Istituzioni, con l’Agesci e la disponibilità singola di nuovi volontari ci ha permesso di garantire la continuità del servizio.

L’ascolto delle persone, elemento fondante del nostro operare, è stato il momento che più ha risentito, a causa del distanziamento obbligato.

Nel 2020 i nuclei familiari incontrati almeno una volta sono stati 188 (- 14,5% rispetto al 2019) per un totale di circa 600 persone raggiunte dai nostri aiuti.

Tra i “nuovi” che si sono presentati, solo una parte lo ha fatto in seguito all’emergenza covid, non c’è stata un’esplosione di richieste come in altre parti del Paese.

Probabilmente le difficoltà occupazionali si faranno sentire più avanti. Di certo diverse famiglie, già seguite da Porta Aperta, hanno peggiorato la loro situazione finanziaria e la richiesta di aiuti economici si è fatta più pressante.


Pubblicato il Rapporto povertà 2019

Pubblicato il Rapporto 2019 dei progetti e delle attività di Caritas diocesana, Porta Aperta Carpi, Recuperandia e Porta Aperta Mirandola

Clicca QUI per scaricare il rapporto.

 Bisogni sempre più cronicizzati

Angela Manfredi
Presidente di Porta Aperta Carpi
Il rapporto dei progetti e delle attività per l’anno 2019, redatto unitamente a Caritas Diocesana e Porta Aperta di Mirandola, subisce un ritardo nella pubblicazione a causa dell’emergenza pandemica Covid 19.

Può sembrare perciò superato esprimere considerazioni alla luce degli eventi in corso, ma riteniamo ugualmente importante divulgare alla comunità una sintesi delle attività messe in campo, durante l’anno passato, finalizzate al contrasto delle situazioni di povertà espresse dalle persone e dalle famiglie che abbiamo incontrato presso il nostro centro di ascolto.

Solo in questo modo, infatti, il nostro operato diventa strumento di corresponsabilità per tutta la cittadinanza, nella speranza di fungere da stimolo per un nuovo e più incisivo impegno verso coloro che si trovano nella tribolazione. Voglio esprimere anche un sentito ringraziamento ai tanti volontari che prestano servizio nell’associazione presso i due centri operativi, il loro operato è davvero un tesoro prezioso.

Caritas Diocesana
700 famiglie aiutate dalle Caritas parrocchiali
La Caritas Diocesana realizza i progetti grazie ai finanziamenti provenienti dai fondi 8xmille destinati alla carità. I progetti realizzati nel corso dell’anno 2019 hanno avuto un’attenzione ai bisogni riscontrati sul territorio della nostra Diocesi. Le emergenze che abbiamo rilevato sono state relative soprattutto al mondo del lavoro e dell’alloggio/casa, e abbiamo cercato di sostenere i bisogni delle persone più fragili, con pochi legami sul territorio, in situazioni di particolare difficoltà.

Al mondo del lavoro e della casa, si affiancano progetti per sostenere l’emergenza alimentare e per la salute. Un’attenzione particolare è stata data alle giovani generazioni attraverso un fondo per il diritto allo studio, attraverso percorsi di formazione, e attraverso il Servizio Civile.

L’opera caritativa della Diocesi è sostenuta dai volontari presenti in quasi tutte le parrocchie, con un instancabile lavoro di ascolto dei bisogni, di accompagnamento, e di aiuto concreto. I volontari hanno continuato il loro impegno anche durante l’emergenza Covid, grazie al quale non è mai mancato il sostegno alle persone più in difficoltà.

Nel corso del 2019 le famiglie che hanno beneficiato di aiuti da parte delle parrocchie, sono state circa 700, con generi di prima necessità distribuiti settimanalmente, con il pagamento di bollette e sostegno all’affitto, e delle spese sanitarie.

Alessandro Gibertoni
Responsabile centro di ascolto Porta Aperta Carpi
Nel corso del 2019 il centro di ascolto ha incontrato 478 famiglie, in 199 giorni di apertura, circa 80 in meno rispetto al 2018. Le famiglie straniere sono ancora la maggioranza (54%).

Con ogni probabilità la diminuzione, che investe maggiormente le famiglie italiane, trova la sua origine principale dall’introduzione, a partire dalla primavera dell’anno considerato, del Reddito di Cittadinanza (o pensione). Questa misura di sostegno per il contrasto alla povertà ha impattato favorevolmente su alcune famiglie, sollevandole da alcune voci di spesa. Molto meno tangibili i risultati legati al reperimento di un’occupazione, l’altro obiettivo dichiarato dal provvedimento.

Registriamo un innalzamento dell’età media di coloro che si rivolgono al centro (dal 26 al 31%) e che vivono da sole.

Flette la percentuale dei nuovi arrivi, scesa sotto il 20% sul totale, restituendoci un quadro di cronicizzazione della povertà per tanti nuclei e la conferma di un prolungato rallentamento del processo migratorio nel nostro territorio.

Durante i colloqui abbiamo ritenuto importante attivare per 411 nuclei (complessivamente 1.169 persone) il programma alimentare, risposta al bisogno concreta in attesa di ripristinare, almeno per alcune famiglie, le condizioni di autonomia economica.

Il progetto di comunità “Carpi non Spreca”, messo in campo in collaborazione con l’Unione Terre d’Argine e la Caritas Diocesana, è continuato con risultati confortanti, sia per i quantitativi raccolti (190q), sia per l’opera costante di sensibilizzazione che ha prodotto tanti gesti di generosità.

Valentina Pepe
Responsabile area progettazione Porta Aperta Carpi
Tramite il focus sull’indebitamento abbiamo continuato il nostro lavoro di monitoraggio per comprendere quali e quante sono le morosità in capo alle famiglie su tre voci di spesa: 1) Rate di mutuo o canoni di affitto 2) Utenze domestiche 3) Debiti contratti con Finanziarie, Istituti di credito e relative cessioni di 1/5. L’approfondimento risulta essere un prezioso strumento per orientare e proporre affiancamenti più mirati al fine di evitare epiloghi drammatici, oltre che a restituirci uno spaccato economico delle famiglie molto spesso sommerso.

Il 2019 sono state attivate due risposte sperimentali rivolte ai temi della casa e del lavoro. I progetti “Non solo una casa per ripartire” e “Volontariato per il lavoro” sono il frutto di un impegno comune, unitamente ad altre realtà locali, nel tentativo di dare sì risposte concrete, ma senza perdere di vista l’opera di sensibilizzazione per scalfire almeno in parte le criticità su questi due grandi temi.

Massimo Melegari
Responsabile di Recuperandia
Quale progetto dell’associazione Porta Aperta e della Caritas, il centro di Recuperandia consente a chi si trova in stato di necessità di accedere a prezzi sicuramente vantaggiosi a quei beni che il mercato ordinario offre a prezzi ben differenti. Ma non solo: Recuperandia, nel tempo, è diventata una proposta riguardo alle tematiche ambientali della sostenibilità. Il centro di educazione al recupero e riuso è così non solo una forma per risparmiare, per aiutare chi è nel bisogno ma anche uno “stile di vita”. Volentieri Recuperandia partecipa e sostiene tutte quelle iniziative che rivestono questo carattere culturale e che si traducono in un minor spreco e in azioni educative.

Abbiamo collaborato con Legambiente, con i ragazzi del Consiglio della Città dei Ragazzi, con alcuni gruppi Agesci, con alcuni campi gioco estivi, con il Centro Missionario Diocesano, con l’associazione Appena Appena nell’ambito del festival Concentrico, con la casa Circondariale di Modena “Sant’Anna”, con il Point Job della Cooperativa Nazareno e con l’Albero Sole della Cooperativa Gulliver, con il Centro di Promozione Sociale Gorizia, con la cooperativa il Mantello e con l’ufficio esecuzione pene esterne di Modena e Bologna per i ragazzi minori. E con l’Associazione Protezione Animali Carpigiana e il Gruppo Zoofilo Carpigiano.

Tante iniziative, tante collaborazioni senza perdere di vista l’obiettivo per cui Recuperandia è nata: portare avanti i vari progetti di sostegno al disagio economico delle famiglie e dei singoli che si rivolgono al centro di ascolto di Porta Aperta.

Ultima iniziativa, in ordine di tempo, l’Asta di Quadri, il cui ricavato è stato utilizzato per aiutare gli studenti in difficoltà economica. Arte per Cultura è stato il motto che abbiamo perseguito nel realizzare questa bella iniziativa.

E in tutto questo cerchiamo di vivere l’accoglienza nel rispetto di ognuno con azioni positive e costruttive.

Anselmo Bertellini
Presidente di Porta Aperta Mirandola
Nel corso del 2019 le persone incontrate e ascoltate almeno una volta sono state 220, di queste 124 sono famiglie con figli minori conviventi, per un totale di circa 700 persone raggiunte con i nostri aiuti.

Coloro che si sono presentati per la prima volta nel 2019 sono stati 26 (31% italiani, 69% stranieri) e rappresentano il 11,8% del totale: gli “storici”, cioè coloro che si ripresentano con continuità nel tempo si confermano una percentuale alta e significativa, a conferma della tendenza ormai in corso da diversi anni di un bisogno che è sempre più cronicizzato.

Anche nel 2019 abbiamo assistito ad un calo delle persone e, seppur con numeri diversi negli anni. Questo ci fa interrogare sulle motivazioni che lo hanno determinato, naturalmente la speranza è che queste famiglie abbiano superato il periodo di difficoltà ed ora versino in condizioni migliori, ma senz’altro hanno influito anche altri fattori: emigrazioni in altre località italiane o Paesi europei, rientri in patria e, non ultimo, l’erogazione del Reddito di Cittadinanza, anche se è difficile avere riscontri certi su chi lo riceve e sulla cifra incassata.

Al centro di ascolto continuano a venire soprattutto le donne (58,6%), un dato ormai consolidato negli anni e la maggior parte delle persone è coniugata (60%); l’80% vive in un nucleo con famigliari o parenti, mentre vive da solo il 12,7%. La famiglia si conferma l’ambito principale di sostegno vicendevole ma è anche il luogo in cui le difficoltà economiche possono pesare maggiormente.

L’abitazione è principalmente in affitto (da privati 53,6%, da ente pubblico 17,7%), mentre 30 persone (13,6%) hanno una casa in proprietà, la maggior parte con mutuo in essere, altri con il pignoramento della casa in atto.

La condizione lavorativa, dopo il calo rilevato gli scorsi anni del dato relativo ai disoccupati, dato che è passato dal 56% del 2015 al 49% del 2017 e si è stabilizzato sul 48% nel 2018 e nel 2019, ci presenta un quadro sostanzialmente stabile, ma va sempre considerato che tra gli occupati ci sono anche i “contratti a termine” che non offrono certezze per il futuro.

Un sentito grazie va come sempre ai volontari, che si prodigano quotidianamente con impegno e dedizione. Grazie anche a tutti coloro, aziende, enti o privati, che ci sostengono attraverso donazioni economiche e materiali, permettendoci di svolgere al meglio il nostro servizio.


Rapporto delle attività e dei progetti 2017 Diocesani

È stato presentato lunedì 7 maggio 2018 il Rapporto delle attività e dei progetti relativo all’anno 2017 di Caritas Diocesana, Porta Aperta Carpi, Recuperandia e Porta Aperta Mirandola. clicca QUI per scaricare il rapporto.

Il Rapporto Annuale delle attività restituisce parte delle risposte che la nostra Chiesa ha messo in campo per farsi prossima alle persone che sono nel bisogno.

Racconta di sacerdoti, operatori e volontari che nelle parrocchie di tutta la Diocesi ascoltano e accolgono le difficoltà dei fratelli.

Persone che offrono il proprio tempo e la propria amicizia, condividendo il carico di preoccupazioni e facendosi comunicatori di speranza.

Racconta delle attività rivolte ai giovani, che gli Operatori Caritas incontrano nelle scuole, nei doposcuola o nei luoghi dell’aggregazione informale, per inserirsi nelle loro conversazioni e arricchirle di contenuti nuovi.

Una Chiesa che non attende i ragazzi in parrocchia ma esce a cercarli, per dare risposta alla loro sete di relazioni significative e di esperienze costruttive, attraverso la testimonianza e la gioia del servizio.

Progetti e attività che nascono da una presenza costante al fianco delle persone, attenta a recepire i bisogni in continua evoluzione, a mettere in discussione il proprio operato e a darsi nuovi strumenti.

Una presenza che abita il territorio, collabora con Enti e Associazioni in modo non anonimo, con la propria identità e i propri valori di riferimento.

I numeri e i dati contenuti in questo rapporto restituiscono alla società un’istantanea della povertà nella nostra Diocesi. Aiutano a capire chi si rivolge alla Caritas e alle Associazioni Porta Aperta Carpi e Mirandola e quali sono le problematiche delle persone in difficoltà.

Dietro ad ognuno di questi numeri c’è una famiglia: genitori, bambini ed anziani che faticano ogni giorno a trovare un equilibrio nella precarietà. Se non ricordiamo questo, il rapporto rischia di diventare un elenco sterile di numeri e attività. I numeri sono importanti perché ci aiutano a capire l’entità di un bisogno, che richiama la nostra attenzione e disturba i nostri pensieri, chiedendoci di non dimenticare i poveri che abitano fra noi.

L’obiettivo ultimo del Rapporto è proprio questo: farsi portavoce dei nostri fratelli che vivono nel bisogno e creare consapevolezza attorno a questa realtà.

E’ prima di tutto uno strumento pastorale, che richiama ognuno di noi al dovere di prenderci cura gli uni degli altri e ci invita a riscoprire nella fratellanza le radici del vivere comune.

Rapporto Regionale sulle povertà

Carissimi, siamo lieti di annunciarvi che è uscito il Rapporto sulle povertà Regionale 2015-2016, per visionarlo potete cliccare sul link di seguito

http://www.caritas-er.it/itc-content/uploads/2016/12/Rapporto-regionale-Caritas-ER-2015-2016-2.pdf

Grazie  alla delegazione regionale Caritas Emilia-Romagna