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Servizio civile presso Caritas Diocesana di Carpi

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Se sei interessato ai nostri progetti, ti consigliamo di contattarci al più presto senza aspettare la fine del bando, così potrai visitare le diverse sedi di progetto e scegliere quella che ti interessa di più.
 

Periodo di presentazione domande:

Entro le ore 14 del 20 febbraio 2023

Modalità di presentazione domande:
Con SPID su portale https://domandaonline.serviziocivile.it/
N.B. Ogni candidato può presentare una sola domanda. Consigliamo un colloquio orientativo per scegliere il progetto più adatto
Chi può candidarsi:
Ragazzi e ragazze (italiani o stranieri con regolare titolo di residenza in Italia) dai 18 ai 29 anni non compiuti al momento della domanda
 
Percorso selettivo:
Colloquio orientativo
Colloquio referente sede (OLP)
Esperienza di servizio
Incontro di gruppo
Colloquio finale con i selettori
Formazione:
I progetti prevedono un percorso di formazione obbligatorio articolato in:
42 ore di formazione alla cittadinanza attiva
72 ore di formazione su temi e mansioni del singolo progetto
PROGETTI:
SENTIERI FUTURI
Area minori e centri di aggregazione giovanile
Sedi:
Effatà Carpi
Oratorio Parr.S.Maria Maggiore Mirandola
RISCOSTRUIRE SOGNI
Area adulti 1 : nuove povertà e situazioni di fragilità e vulnerabilità
Sedi tutte a Carpi:
Il Mantello Coop.Soc.
Ass.Vol. Porta Aperta odv
Caritas Diocesana
Area adulti 2 : donne sole con minori a carico
Agape di Mamma Nina

 

Scheda Sentieri Futuri –>

Scheda Ricostruire Sogni –>


Superare la logica assistenzialista

Continua l’impegno della Caritas diocesana per far fronte alle nuove emergenze e per la formazione degli operatori

Il povero è un fratello

Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra!” (n. 2).È in questo grido, probabilmente, che si può racchiudere il Messaggio di Papa Francesco per la VI Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno ricorrerà il 13 novembre. Lo sguardo di chi prende tra le mani questo testo si fissa necessariamente sulle tristi vicende che si stanno sperimentando in questi mesi e che si aggiungono alle tante guerre che ovunque provocano morte e distruzione. In questo contesto la Giornata Mondiale dei Poveri, dice Papa Francesco, è una “sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente” (n. 1).La frase che ci guida quest’anno è la citazione dalla seconda Lettera di Paolo ai cristiani di Corinto: “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” (2Cor 8,9). Il contesto della Lettera è quello della raccolta di fondi per sostenere i poveri della comunità di Gerusalemme. I Corinti, che avevano aderito immediatamente e con entusiasmo a questa iniziativa, con il protrarsi del tempo si stancano e diventano meno generosi. Si tratta di un’esperienza che si ripete in ogni tempo e che manifesta più l’emotività con cui si reagisce davanti alla povertà che non la responsabilità di una scelta che si rende tangibile in un impegno che non conosce sosta. La testimonianza dei cristiani, quindi, ha bisogno di essere sostenuta dall’esempio che Gesù stesso ha donato: “la vera ricchezza non consiste nell’accumulare «tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano» (Mt 6,19), ma piuttosto nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri così che nessuno sia abbandonato o escluso” (n. 8).Occorre dare continuità all’aiuto che si dà a chi è in difficoltà, rinnovando la motivazione, perché “ciò che abbiamo iniziato ha bisogno di essere portato a compimento con la stessa responsabilità” (n. 4). E occorre che tutta la comunità sia coinvolta, perché “Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà” (n. 5), che si concretizza nel condividere ciò che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra, trovando sempre nella carità, nella fede e nella speranza il fondamento del nostro essere e del nostro agire. Papa Francesco afferma che “Non si tratta di avere verso i poveri un comportamento assistenzialistico, come spesso accade; è necessario invece impegnarsi perché nessuno manchi del necessario. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa che permette di avvicinarsi ad un povero come a un fratello che tende la mano” (n. 7).È un tema che ritorna spesso nel magistero del Papa: l’altro, il povero, è prima di tutto un fratello, la cui presenza mi aiuta a ricordare che è necessario dare espressione concreta e coerente alla nostra fede, attraverso la vigilanza della carità: “La carità è il cuore pulsante del cristiano: come non si può vivere senza battito, così non si può essere cristiani senza carità. A qualcuno sembra che provare compassione, aiutare, servire sia cosa da perdenti! In realtà è l’unica cosa vincente, perché è già proiettata al futuro, al giorno del Signore, quando tutto passerà e rimarrà solo l’amore” (Omelia 29 novembre 2020).

Suor Maria Bottura
direttore della Caritas diocesana di Carpi

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Rimuovere l’ingiustizia

Riprendendo la riflessione sul messaggio del Papa per la Giornata dei Poveri (13 novembre) occorre assumere con responsabilità questa sottolineatura per le concrete conseguenze e applicazioni: una carità responsabile abbandona le varie forme di assistenzialismo, più facili da attuare ma senza vera efficacia per la dignità delle persone, per mettere al centro la ricerca della giustizia sociale, della vera uguaglianza, in una progettualità fatta “con i poveri” (n. 7). Tutto questo richiede una vigilanza capace di considerare il giusto valore del denaro. Papa Francesco si dimostra profondo conoscitore del cuore umano quando afferma: “il problema non è il denaro in sé, perché esso fa parte della vita quotidiana delle persone e dei rapporti sociali. Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri. Nulla di più nocivo potrebbe accadere a un cristiano e a una comunità dell’essere abbagliati dall’idolo della ricchezza, che finisce per incatenare a una visione della vita effimera e fallimentare” (n. 7). È necessario fare tesoro dell’esperienza vissuta in questi ultimi due anni che ha permesso a tutti, nessuno escluso, di sperimentare una forma di povertà come la debolezza, il senso del limite, la paura, la mancanza di affetti e tanto altro, per acquisire qualcosa di realmente essenziale per la vita: “non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice. Il messaggio di Gesù ci mostra la via e ci fa scoprire che c’è una povertà che umilia e uccide, e c’è un’altra povertà, la sua, che libera e rende sereni” (n. 8). La prima si riconosce immediatamente perché è dinanzi ai nostri occhi nelle forme più disparate; è la “miseria, fi glia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta” (n.8). La seconda, al contrario, è quella che appare paradossale e spesso impensabile da perseguire per il mondo contemporaneo, e tuttavia è quella che libera perché “si pone dinanzi a noi come una scelta responsabile per alleggerirsi della zavorra e puntare sull’essenziale. In effetti, si può facilmente riscontrare quel senso di insoddisfazione che molti sperimentano, perché sentono che manca loro qualcosa di importante e ne vanno alla ricerca come erranti senza meta. […] Incontrare i poveri permette di mettere fine a tante ansie e paure inconsistenti, per approdare a ciò che veramente conta nella vita e che nessuno può rubarci: l’amore vero e gratuito. I poveri, in realtà, prima di essere oggetto della nostra elemosina, sono soggetti che aiutano a liberarci dai lacci dell’inquietudine e della superficialità” (n. 8). In questo periodo molto è stato fatto dalla Caritas: sostegno alimentare attraverso l’Emporio Cinquepani, sostegno all’abitare con il pagamento di bollette o di rate di affitto per prevenire sfratti e tagli delle utenze, interventi mirati al sostegno delle povertà educative o di particolari necessità legate alla salute. Questo e tanto altro è stato reso possibile, e ci auguriamo che continui ad esserlo, perché tante persone hanno raccolto l’invito alla generosità, lo stesso che agli inizi della nostra storia l’apostolo aveva rivolto ai primi cristiani, non per farne un comando piuttosto per rendere tutti maggiormente sensibili alle esigenze di fratelli e sorelle che vivono nel disagio e nella povertà.

Suor Maria Bottura
direttore della Caritas diocesana di Carpi


Giornata dei poveri, incontro con Sab e Caritas Carpi

Incontro con Don Antonio Scattolini

A Quartirolo, appuntamento in vista della Giornata mondiale dei poveri “L’avete fatto a me” una catechesi con l’arte In occasione della VI Giornata mondiale dei poveri (13 novembre 2022), mercoledì 9 novembre, alle 21, presso la parrocchia di Quartirolo di Carpi, si tiene l’incontro dal titolo “L’avete fatto a me (Mt 25,40). La povertà nel vangelo secondo Matteo, vangelo dell’anno, attraverso l’arte”. Relatore don Antonio Scattolini, responsabile diocesano del Servizio per la pastorale con l’arte della Diocesi di Verona.

L’iniziativa è promossa dal Settore Apostolato Biblico (Sab) dell’Ufficio Catechistico Diocesano e dalla Caritas Diocesana di Carpi. L’incontro di mercoledì 9 ottobre, che ha come cornice l’ampio spazio dell’aula liturgica della Madonna della Neve a Quartirolo – pregevole espressione dell’arte sacra contemporanea -, è aperto a tutti. Sono invitati a partecipare, in particolare, gli operatori e i volontari delle Caritas parrocchiali e gli operatori pastorali, oltre che, naturalmente, quanti sono interessati ai temi posti al centro della serata. “Don Scattolini – spiega suor Maria Bottura, direttrice della Caritas Diocesana – ha scelto un dipinto dei primi decenni del ‘600, attribuito ad un pittore di scuola veneta e conservato a Bassano del Grappa, che raffi gura nella parte inferiore le sette opere di misericordia, mentre nel registro in alto il giudizio universale. Ovvero la trasposizione in immagini di quel ‘l’avete fatto a me’ che è il tema dell’incontro e da cui don Scattolini propone la sua riflessione sulla nostra apertura alla carità verso il prossimo. Che, per citare il messaggio di Papa Francesco per la Giornata dei poveri 2022, non può esaurirsi in un ‘comportamento assistenzialistico’, ma ci chiama ad avere ‘un’attenzione sincera e generosa’ per avvicinarsi ad ogni povero ‘come a un fratello che tende la mano’”. Da parte sua, il Settore Apostolato Biblico, dopo l’incontro in ottobre, mese missionario, guidato dal vescovo Erio Castellucci, in collaborazione con il Centro Missionario Diocesano, nell’ambito del Laboratorio Teologico Realino – modulo denominato “Uno solo è il vostro Padre e voi siete tutti fratelli (Mt. 23,8). Linee interpretative dell’enciclica Fratelli tutti – prosegue l’approfondimento sul racconto dell’evangelista Matteo, ovvero sul Vangelo che accompagnerà l’anno liturgico. “Come già nel 2021, il Sab – afferma Simone Ghelfi, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano – propone una serie di appuntamenti in concomitanza con i diversi periodi e ricorrenze che scandiscono la vita della Chiesa, mettendo in evidenza il Vangelo proclamato nell’anno liturgico in corso. Dunque, di nuovo, come un anno fa a novembre, insieme alla Caritas, intendiamo soffermarci sul tema dei poveri e della povertà, meditando sulla Parola e lasciandoci interpellare da essa. La serata del 9 novembre vede una modalità inedita, per quanto riguarda il Sab e la nostra Chiesa locale – sottolinea -, cioè attraverso una catechesi che prende lo spunto da un’opera d’arte, secondo quel percorso di pastorale con l’arte che vede impegnato con competenza e dedizione don Scattolini per la Diocesi di Verona”.

 


Caritas Carpi, aggiornamenti sull’Emergenza Ucraina

Caritas Diocesana, aggiornamenti sull’Emergenza Ucraina – “Fase due” nell’accoglienza dei rifugiati

Sostegno ai nuclei famigliari non solo nelle esigenze immediate ma per un inserimento a lungo termine sul territorio

Per la Caritas Diocesana di Carpi, nell’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina, è in corso la cosiddetta “fase due”. Come spiega la direttrice, suor Maria Bottura, “allo scoppio della guerra e subito dopo abbiamo ricevuto in Caritas richieste di aiuto da parte di un centinaio di nuclei famigliari. Molti di loro avevano già una sistemazione, ad esempio per la presenza qui in loco di parenti o amici, mentre altri avevano bisogno di un supporto nel trovare una abitazione o i mezzi di sussistenza”.

A queste famiglie sono state così distribuite le tessere per fare la spesa all’Emporio Partecipativo Cinquepani a Carpi – gestito dalla Fondazione Caritas “Odoardo e Maria Focherini – avvalendosi dei finanziamenti dell’8xmille della Cei erogati dalla Diocesi di Carpi tramite il fondo “Ripartire per ripartire – Emergenza Covid”. Si sta per rinnovare la distribuzione di questi buoni alimentandoli di nuovo in parte con l’8xmille, in parte con fondi inviati dalla Caritas Italiana, in parte con le donazioni dei benefattori.

Oggi le famiglie sono parzialmente diminuite, dal centinaio che erano. Alcune sono rientrate nel loro Paese, ma altre sono rimaste qui perché le loro case sono state distrutte e spesso i famigliari sono morti. Altri ancora stanno arrivando in questo periodo. “Con la Caritas Italiana – sottolinea suor Maria – stiamo sviluppando il progetto ‘Apri Ucraina’ per accompagnare i nuclei più fragili in un inserimento di lungo termine nel nostro territorio, aiutandoli innanzitutto nell’ottenere il permesso di soggiorno e un lavoro. Ai bambini e ragazzi è stata offerta la partecipazione agli oratori estivi all’Eden o in alcune parrocchie della città di Carpi”.

Si tratta di persone che attraversano un momento di particolare difficoltà, non solo dal punto di vista delle esigenze concrete, ma anche per lo shock emotivo subito. “I fondi a nostra disposizione – spiega la direttrice – hanno permesso di avere con noi in Caritas, per alcune ore, un educatore a supporto nell’ascolto e nella gestione delle richieste di aiuto. Inoltre, per la mediazione linguistica e culturale, così come per servizi correlati, quali ad esempio le traduzioni e i trasporti, possiamo rivolgerci all’Associazione Mriya, che è sempre disponibile”.

Molto preziosa, sottolinea suor Maria, è dunque “la generosità dei donatori per poter continuare a sostenere queste attività a favore dell’inclusione di quanti sono stati provati dalla violenza della guerra”.

Donazioni Emergenza Ucraina
É sempre possibile contribuire con donazioni in denaro: IBAN IT86X0538723300 000001422974, intestato a Diocesi di Carpi-Caritas Diocesana. Causale: Emergenza Ucraina.


Rapporto 2021 Caritas, Porta Aperta Carpi e Mirandola

  Il Rapporto Povertà 2021, frutto della collaborazione tra Caritas Diocesana di Carpi, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola, e Recuperandia è stato presentato alla stampa lunedì 9 maggio presso il Museo diocesano.
In apertura, la direttrice di Caritas Diocesana, suor Maria Bottura, ha esposto il nuovo contesto in cui occorre leggere questi numeri, ovvero il tema di una povertà che interroga e richiama ad un compito di accompagnamento all’interno di una relazione.
Quindi non solo soddisfacimento di bisogni primari, cibo e salute, ma anche un insieme di servizi che contribuiscono ad elevare la dignità della persona o del nucleo familiare indigente, prima di tutto il lavoro e la casa, poi l’istruzione e la capacità di gestire i propri beni.
Gli ha fatto eco Alessandra Mioni, del consiglio direttivo di Porta Aperta, raccontando la storia dell’associazione e i cambiamenti in atto nei confronti di un’utenza che manifesta sempre nuovi bisogni per far fronte a situazioni di fragilità che stanno alla base o aggravano la povertà.
I vari responsabili dei settori di Caritas e Porta Aperta sono poi entrati nel merito dei contenuti del Rapporto. Un elemento di sintesi si può evidenziare e riguarda da un lato un trend stazionario del numero delle famiglie che accedono ai vari servizi ma dall’altro l’incoraggiante aumento sia degli aiuti materiali (denaro e beni, anche appartamenti) che del numero dei volontari.
Quindi un tessuto di grande generosità che ben si coniuga con la serietà e la creatività dei progetti di Caritas e Porta Aperta.
Leggi il Rapporto 2021–>

Solidarietà: risposta alla guerra

La Caritas diocesana è impegnata su vari fronti, a livello locale per l’accoglienza e in coordinamento con Caritas Italiana per gli aiuti ai campi profughi

È comune la preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina, dove purtroppo, come ha sottolineato il Papa, la “gente comune che vuole la pace…in ogni confitto è la vera vittima che paga, sulla propria pelle, le follie della guerra”. Si parla ormai di centinaia di migliaia di profughi, e di un paese devastato, con migliaia di morti, che porterà a lungo i segni della violenza. “Fratelli e sorelle – ha detto sempre Francesco – quando io sento le parole “vittoria” o “sconfitta” sento un grande dolore, una grande tristezza nel cuore, non sono parole giuste, l’unica parola giusta è “pace”, questa è l’unica parola giusta”. Al di là della ragione e del torto, la guerra non può mai essere la soluzione delle tensioni fra le persone, fra i gruppi, fra le nazioni. Quella che stiamo vivendo è un’emergenza complessa, con una risonanza concreta anche in Italia, e Caritas Italiana – grazie ai contatti costanti con le Caritas in Ucraina, la rete internazionale e le Caritas diocesane italiane – monitora costantemente la situazione per adattare le risposte ai bisogni reali; supporta le Caritas di Ucraina e dei Paesi confinanti per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra, garantendo le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti e contribuendo all’accoglienza di quanti arrivano in Italia. Ha avviato una raccolta fondi, e sta via via mettendo a disposizione contributi per i bisogni immediati, restando accanto alla popolazione tutta. Invita anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese, spesso impegnati in servizi di cura nelle nostre famiglie, e a quanti stanno raggiungendo il nostro Paese. In Emilia-Romagna hanno fatto il loro ingresso fi no ad ora oltre 20.000 profughi ucraini; sul territorio di Carpi sono più di 300, mentre su quello di Mirandola più di 50. La Caritas di Carpi è coinvolta nell’accoglienza nel nostro territorio; la nostra è un’accoglienza di comunità, attraverso la disponibilità di famiglie che si mettono insieme attraverso una rete che si prende cura delle persone accolte. La solidarietà che fiorisce nelle nostre comunità è una preziosa occasione per richiamarci al valore della pace e si esprime in gesti concreti di sostegno e vicinanza. Alcune parrocchie e famiglie private del territorio diocesano hanno messo a disposizione spontaneamente la loro casa e gli spazi necessari, e sappiamo che le famiglie che stanno accogliendo sono molte di più di quelle che noi conosciamo, passate dalla Caritas. L’accoglienza in famiglia aiuta a far sentire la vicinanza necessaria. Come operatori Caritas ci mettiamo a disposizione come punto di incontro per l’alloggio tra le richieste e le disponibilità, e cerchiamo di accompagnare sia le famiglie che arrivano, seguendole nei diversi passaggi fondamentali, sia le famiglie che accolgono, affiancandoci a loro nel dare risposta alle necessità primarie, e preoccupandoci affinché la generosità che stanno dimostrando possa generare un’esperienza positiva e serena. In particolare, ora stiamo accompagnando 12 famiglie che hanno accolto in totale 40 persone. Off riamo poi ai profughi il supporto alimentare attraverso le schede dell’emporio Cinquepani, grazie ad un finanziamento dell’8xmille: dalla fine di marzo ad oggi ne abbiamo distribuite 70 ad altrettanti nuclei familiari ucraini, raggiungendo in questo modo 240 persone. Stiamo sperimentando tanta generosità da parte delle persone che rimangono colpite dal dolore e offrono la loro collaborazione, anche attraverso servizi come il trasporto o il provvedere a qualche specifica necessità sanitaria o di qualunque genere: come Caritas stiamo cercando di coordinare anche questi volontari, favorendo l’incontro tra chi si off re e chi necessita di questi aiuti. L’amore e la carità che stiamo vedendo ci dicono ancora una volta che il male non è mai l’ultima parola sull’uomo e sulla vita; che c’è un’umanità capace di solidarietà, di vicinanza, di accoglienza. Moltissime persone hanno risposto all’appello di raccolta fondi: a tutt’oggi sono stati raccolti 44.500 euro, che ci impegniamo a finalizzare al meglio. Una parte verrà versata alla Caritas Italiana per contribuire agli aiuti sul campo, mentre l’altra parte verrà utilizzata per il sostegno ai profughi ospitati qui in diocesi. Ringraziamo quanti stanno donando con generosità e quanti, con altrettanta generosità, ci stanno facendo pervenire direttamente, o tramite le parrocchie e le associazioni, la loro disponibilità a dare una mano in diversi modi per questa emergenza.

Gli operatori della Caritas diocesana Sr Maria Bottura, Stefano Battaglia, Michela Marchetto, Roberta Dalla Sala


Per le persone e famiglie in fuga dal conflitto, Caritas diocesana promuove le accoglienze piccole e diffuse.
Invitiamo perciò coloro che avessero disponibilità di locali, o coloro che stanno già accogliendo, a mettersi in contatto con la Caritas per coordinare gli interventi (059-644352 – caritas@carpi.chiesacattolica.it)

A Carpi la Via Crucis cittadina
Un appuntamento pubblico di preghiera che caratterizza il cammino quaresimale della chiesa carpigiana sarà la Via Crucis cittadina che si terrà venerdì 8 aprile alle ore 21. L’animazione delle stazioni e affidata ai gruppi Agesci della città che rifletteranno sul tema dei conflitti in Ucraina e in varie parti del mondo. Una preghiera corale per la pace alla sequela della croce di Gesù.
Questi momenti comunitari, interdiocesani, diocesani e cittadini si aggiungono alla preghiera quotidiana che si svolge nelle parrocchie, nei monasteri, nelle comunità religiose e nelle famiglie perché come ci ha ricordato il Papa “Dio e il Dio della pace” e chiediamo che “converta i cuori a una ferma volontà di pace”.


Editoriale n. 11 del 27 marzo 2022

Consapevoli del carico di dolore di chi fugge
Il tempo di una vera accoglienza

Pare assurdo, eppure… ancora un’altra guerra. Non sono bastate le già tante atrocità prodotte, di cui il ‘900 è indelebilmente macchiato, per scuotere le nostre coscienze e ammettere, all’unanimità, che la guerra è un male così orribile da far subito cessare, anzi, neanche da pensare di iniziare? È mai possibile arrivare a contraddirsi, ingannarsi a tal punto da voler trovare giustificazioni umane ad azioni, evidentemente, così tanto disumane? Almeno di fronte a questi fatti drammatici, rimaniamo spaventati di quanto un uomo possa corrompersi per la sete di potere e delle tragiche conseguenze che ricadono sulla gente comune? Pare assurdo, eppure… con tutto quello che è successo e, purtroppo, succede tutt’oggi… non abbiamo ancora imparato che l’aggressione, il sopruso, il dominio, l’invasione sono azioni devastanti, dalle quali non trae vantaggio nessuno, soprattutto chi le comincia, perché alla fine dei conti portano all’autodistruzione? Com’è possibile che non si riesca a riconoscere la sopraffazione, la cattiveria, la prepotenza come atteggiamenti crudeli, che non hanno niente a che vedere con il senso di giustizia, da condannare ed evitare categoricamente, perché

non fanno altro che rovinare, per anni, la vita umana personale e sociale? Quante altre grida si devono alzare al cielo, a quanto altro dolore, sofferenza, morte dobbiamo assistere per capirlo? Pare assurdo, eppure… ormai nemmeno la storia non sa più come dircelo… lei, che secondo l’adagio latino «è maestra di vita», alla prova dei fatti che giudizio ci può dare?

Per grazia di Dio, e intendo proprio unicamente perché Lui, in persona, ha deciso di rendersi presente e farsi carico della vita umana, per grazia di Dio, la storia non è fatta solo di barbarie, uccisioni e devastazioni. Per grazia di Dio, nelle pagine della storia è profondamente inscritto un moto contrario: di fronte all’esplosione del peggior male che alcuni uomini possono fare contro altri uomini, compare in tutta la sua umile imponenza il bene più grande che gli uomini possono fare a favore degli uomini. Quando la violenza e la cattiveria invadono il campo, sfoggiando con spavalderia la loro presuntuosa forza, l’amore e la carità con latenza subentrano, per mostrare a tutto il mondo la loro solidale vittoria.

Una trentina di richieste per altrettante disponibilità di alloggio
Caritas: i primi inserimenti

L’impegno della Caritas diocesana
Dunque, se vogliamo imparare dalla storia, è necessario conoscere la sua parte veramente umana, che comunque, per grazia di Dio, rimane sempre la più determinante e cospicua. Per certi versi noi siamo avvantaggiati, perché, considerando la nostra posizione geografica, è proprio la parte che maggiormente ci interpella e ci coinvolge, in prima persona. Non conta se da semplici comparse o da attori protagonisti, l’importante è che, secondo le proprie disponibilità, cerchiamo di partecipare.

Dall’inizio dell’invasione russa si contano ormai più di due milioni di profughi ucraini; di cui circa tredicimila sono arrivati nella nostra regione, per adesso. Quindi, anche la nostra città è chiamata a dover far fronte a questa emergenza umanitaria. Attualmente stanno arrivando anziani, donne e bambini, perché gli uomini non possono lasciare il paese. Più precisamente, i nuclei famigliari sono composti in prevalenza da mamma e figli; ciò significa che occorre trovare luoghi adatti, che permettono di mantenerli uniti.

Altre possibilità di collaborare

Per grazia di Dio, non manca un discreto numero di famiglie disposte all’ospitalità. Per cui la domanda sta trovando la giusta offerta; infatti, concretamente, ad oggi, abbiamo ricevuto trentadue richieste di accoglienza e trentatré posti a disposizione. In tal modo, come Caritas Diocesana, lavorando in stretta collaborazione col Comune, subito cerchiamo di identificare la sistemazione migliore; poi ci proponiamo di accompagnare sia la famiglia da accogliere, seguendola nei vari passaggi necessari (AUSL per gli aspetti sanitari, segnalazione della propria presenza alla Questura e al Comune), sia la famiglia accogliente, supportandola e affiancandola nell’aiuto (ad esempio dando buoni dell’emporio Cinquepani, per soddisfare esigenze alimentari e d’igiene senza difficoltà). Considerando il dramma che stanno vivendo, per l’abbandono della loro terra e delle persone care, è proprio l’ascolto, il conforto, la vicinanza ciò che meglio può alleviare il forte dolore e le gravi sofferenze. È fondamentale, pertanto, che questa generosa prossimità porti ad una reale esperienza positiva e serena.

Attraverso questa impostazione, è già avvenuto l’inserimento di un nucleo di tre persone; e sono stati attivati altri inserimenti, che si concretizzeranno appena possibile.

La grazia di Dio è molto più abbondante. In aggiunta alle famiglie accoglienti, ci sono altre persone che hanno offerto la propria competenza per svolgere servizi altrettanto preziosi: accompagnamento nei vari uffici sanitari e comunali; interpretariato; assistenza medica per eventuali emergenze. Senza dimenticare le Caritas Parrocchiali, che stanno mettendo a disposizione le loro risorse (sporte di cibo, trasporti…) in risposta ai bisogni segnalati.

Siamo anche in costante contatto con la Caritas Italiana, al fine di trovare insieme soccorsi e percorsi il più possibile adeguati, conformi alla difficile situazione.

Prepararsi al dopo-emergenza
Ad essere sinceri, però, oltre al presente, ci preoccupa il futuro. Non sappiamo infatti quanti altri profughi arriveranno, quanto durerà l’emergenza e, quindi, quali altre necessità emergeranno. Perché, guardando un po’ più in là dell’immediato, una volta risolto il problema del cibo e dell’alloggio, ci saranno probabilmente: bambini che dovranno andare a scuola; adulti che dovranno conoscere la lingua; spazi e momenti di incontro da istituire per aiutare l’integrazione.

Siamo fiduciosi e pieni di speranza che, al variare delle richieste, si troveranno disponibilità confacenti, perché Dio non fa mai mancare la sua grazia, l’amore e la carità. Infatti, se prestiamo più attenzione alla storia, mediante il Vangelo, è questo ciò che di meglio ci sta insegnando. E sono sicuro che, anche se pare assurdo, eppure… in un qualche modo, per grazia, lo stiamo imparando!

Don Riccardo Paltrinieri
Vicario Episcopale per la carità

Adesione alla raccolta fondi promossa dalla Caritas Italiana, accompagnamento delle ospitalità e censimento delle disponibilità di alloggi. Per i materiali di prima necessità coordinamento con le indicazioni della Protezione Civile dell’Unione Terre d’Argine

Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Art.11)

Angelus Papa Francesco 27/02/2022

La Caritas diocesana di Carpi desidera esprimere la propria vicinanza al popolo ucraino, vittima di una escalation di violenza che non risparmia la popolazione civile. Il Paese dall’inizio del conflitto ad oggi, ha visto partire circa 1 milione di persone in fuga (400.000 solo negli ultimi due giorni). Le previsioni parlano di 4 milioni di profughi e 12 milioni di persone in stato di bisogno nel territorio ucraino. La maggior parte di esse si sposta verso i Paesi limitrofi, in particolare verso Polonia, Romania e Moldavia.

Le Caritas dell’Ucraina insieme alle Caritas dei Paesi confinanti stanno collaborando strettamente con Caritas Europa e Caritas Internationalis per donare beni di prima necessità, trasporto sicuro, accoglienza nei centri Caritas, supporto psico sociale, condivisione di tutte le informazioni corrette.

Considerata la complessità dell’emergenza umanitaria, le donazioni in denaro restano al momento il modo più efficace per sostenere direttamente il popolo ucraino in queste ore drammatiche. Questa è la posizione    assunta da Caritas Italiana al fine di valorizzare sia l’impegno di chi lavora sul campo, sia la disponibilità di tutte le persone di buona volontà che si stanno rivolgendo a noi.

Caritas Diocesana di Carpi, in linea con questa indicazione, NON organizza raccolte ed invii di generi di prima necessità. Per la raccolta di materiali si rimanda alle indicazioni fornite dalla Protezione Civile dell’Unione Terre d’Argine nel comunicato diffuso nei giorni scorsi.

La nostra scelta è dovuta da un lato all’oggettiva impossibilità di far pervenire gli aiuti in territorio ucraino e, dall’altro, alla necessità di coordinare il nostro lavoro con quello delle Caritas Italiana, Ucraina e delle Caritas di Polonia, Romania e Moldavia.

Caritas Italiana ha già stanziato 100.000 € a sostegno di Caritas Ucraina e delle Caritas più vicine per rispondere ai bisogni immediati della popolazione

 Caritas Diocesana di Carpi aderisce a questo appello con la raccolta fondi:

“UCRAINA ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE”

IBAN: IT86X0538723300 000001422974

intestato a Diocesi di Carpi-Caritas Diocesana

Causale: Emergenza Ucraina

Sottolineiamo inoltre che non è sufficiente un intervento emergenziale per rispondere a un problema che richiederà settimane, mesi e forse anni per la ricostruzione, non solo di edifici distrutti ma soprattutto di storie di vita, biografie, contesti sociali. Per questo riteniamo necessaria una riflessione che coinvolga i diversi Uffici pastorali, la Comunità Ucraina presente in Diocesi, e chiunque si senta colpito dagli eventi in corso.

Arrivi e Accoglienze:

In questi giorni stiamo ricevendo richieste di aiuti per le persone sfollate e già arrivate nel nostro territorio diocesano. Per questo si rende necessario un coordinamento di ciò che è possibile fare per l’accoglienza:

  • Per le persone e famiglie in fuga dal conflitto, Caritas diocesana promuove le accoglienze piccole e diffuse, già sperimentate sul territorio in occasioni precedenti. Le Comunità parrocchiali e le famiglie disponibili ad accogliere potranno contare sull’accompagnamento e il monitoraggio di Caritas Diocesana, in collaborazione con Migrantes di Carpi e Modena, insieme alla Comunità Ucraina presente nel nostro territorio.

Invitiamo perciò coloro che avessero disponibilità di locali, o coloro che stanno già accogliendo in casa propria, a mettersi in contatto con la Caritas diocesana per coordinare gli interventi e le necessità.

  • Per ogni persona accolta sarà necessario entrare in contatto con l’AUSL per gli aspetti sanitari legati al covid, e con la Questura per notificare e registrare le presenze.
  • E’ attiva la collaborazione con le Terre D’argine per il coordinamento degli aiuti. A questo link il comunicato con tutte le informazioni necessarie.

https://www.terredargine.it/comunicazione-unione/comunicati-stampa-unione/13797-anno-2022/87159-solidarieta-all-ucraina

Ringraziamo sin da ora tutti coloro che si stanno interessando per sostenere questa situazione emergenziale, e per gli aiuti che stanno arrivando. Restiamo a disposizione per ogni richiesta e informazione presso:

CARITAS DIOCESANA DI CARPI

Via O. Vecchi n.38 – 41012 Carpi (Mo)

www.caritascarpi.org – T. 059-644352 – Mail: caritas@carpi.chiesacattolica.it


Progetto Prestito della Speranza

PRESTITO DELLA SPERANZA

Il “Prestito della Speranza”, promosso dalla CEI Conferenza Episcopale Italiana, è un fondo di garanzia per le famiglie e piccole imprese.

Il P.D.S. è nato nel 2009 per far fronte alle necessità finanziarie sempre crescenti di persone/famiglie in difficoltà, e in effetti si è dimostrato efficace perché ha creato un meccanismo virtuoso attraverso il quale la persona beneficiaria del piccolo prestito si sente valorizzata e capace di riscatto attraverso la ricerca di un’occupazione-lo studio-altro.
L’impegno alla restituzione, che decorre dal 2° anno dall’erogazione del prestito per un massimo di Eur 7.500,00 per le persone-famiglie, e di Eur 25.000,00 per l’avvio di micro imprese, genera un nuovo plafond che viene messo a disposizione di altri richiedenti, e quindi  innesca un circuito virtuoso a beneficio di nuove situazioni, e soprattutto indica che il progetto è sostenibile da  parte delle persone.

L’esperienza di questi anni ci racconta che il prestito in Italia ha raggiunto e finanziato 4.500 micro-progetti, per un totale di 26milioni di Euro, pertanto si può tranquillamente definire il “Prestito della Speranza” come una forma di micro credito locale-territoriale, che raggiunge diverse categorie di persone in condizioni di vulnerabilità economica.

Il P.D.S. coinvolge direttamente le Caritas Diocesane che sono il punto di riferimento locale del progetto; in particolare qui a Carpi abbiamo fatto da collettore delle richieste che provenivano sia dal territorio diocesano che dal di fuori (Modena).

Il nostro impegno si concretizza attraverso l’incontro diretto e il dialogo con le persone richiedenti: si tratta di conoscere e capire le motivazioni per le quali nasce la richiesta del prestito. Dopo aver fatto le valutazioni necessarie, e ritenuti idonei i requisiti per l’erogazione, il passaggio successivo per un ulteriore processo di valutazione e selezione avviene in collaborazione con l’associazione Vobis (bancari in pensione che affiancano chi fa più fatica).
Sono stati anche introdotti nuovi “criteri di bancabilità” per poter consentire a più persone/famiglie di poter accedere al credito.

Situazione PRESTITO DELLA SPERANZA A GIUGNO 2016 di CARITAS CARPI:

Le persone che attualmente si rivolgono alla Caritas Diocesana per il prestito sono sia italiane che straniere

  • a fine 2015 è stato erogato un “credito all’impresa” per l’avvio di un’attività commerciale di prodotti freschi
  • nel corso dell’anno 2016 sono stati attivati 3 nuovi prestiti a famiglie e singoli, mentre altre 2 pratiche sono in corso di valutazione

 

In precedenza fino a LUGLIO 2015 con CARITAS CARPI:

  • LogoErogati a 5 persone italiane e straniere un totale di Eur 24.750 con “credito sociale”
  • È in corso di valutazione un “credito fare impresa” per consentire una persona straniera di partire con una piccola attività propria

 


Riportiamo l’art.9 della CONVENZIONE PER L’ATTUAZIONE DEL PROGETTO “PRESTITO DELLA SPERANZA” PROMOSSO DALLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA:

  1. Le Caritas, attraverso la propria rete territoriale, garantiscono le finalità di carattere ecclesiale, solidaristico e sussidiario del Prestito della Speranza 3.0; svolgono attività di incontro dei potenziali beneficiari dei prestiti verificando la sussistenza dei requisiti di cui all’allegato A oppure quelli eventualmente previsti nell’ambito di una Iniziativa Sperimentale, istruzione delle domande, valutazione della sostenibilità delle domande, e ne approvano l’ammissione al prestito, nel tempo limite indicativo di sette giorni di calendario; a finanziamento concesso, realizzano le fasi di accompagnamento, tutoraggio e monitoraggio dei prestiti erogati.
  2. Svolgono inoltre attività di formazione coordinamento delle Reti Fiduciarie al fine di fornire loro gli strumenti necessari alla corretta valutazione della possibilità di superamento dello stato di vulnerabilità economica da parte dei soggetti richiedenti e ne convalidano le ammissioni al prestito. Collaborano con VO.B.I.S. per l’ottimale coordinamento delle attività sia verso i beneficiari che verso le Banche.

 

CONTATTI

Per informazioni e appuntamenti rivolgersi a CARITAS DIOCESANA DI CARPI

Telefono: 059-644352

Progetto Solidarietà al lavoro

SOLIDARIETA’ AL LAVORO

LogoIl ricavato della colletta promossa in tutte le parrocchie la quinta domenica della Quaresima 2015 è stata destinata al progetto “Solidarietà al lavoro”, per l’acquisto di voucher attraverso i quali offrire piccole opportunità di lavoro alle famiglie bisognose seguite dai centri d’ascolto parrocchiali.

Il progetto risponde al duplice obiettivo:

  • intervenire a sostegno del nucleo in situazione di difficoltà economica attraverso la retribuzione di ore lavorative, invece che l’erogazione di denaro;
  • offrire alle persone in situazione di difficoltà l’opportunità di farsi conoscere e mettere in circolo la propria disponibilità e la propri competenze;

Hanno aderito con entusiasmo al progetto 18 parrocchie, che hanno impiegato le famiglie accompagnate dalla Caritas in mansioni interne alla parrocchia quali manutenzione degli spazi comuni, attività educative, pulizie, collaborazione nell’organizzazione e realizzazione della sagra patronale.

Scarica la locandina informativa


Progetto “Co-Legere”

CO-LEGERE.QUANDO L’ACCOGLIENZA PRENDE FORMA

LogoIl 4 maggio 2015 ha preso avvio il nuovo progetto di Caritas Diocesana dal titolo “Co-Legere. Quando l’accoglienza prende forma”. Esso nasce dall’esortazione di papa Francesco a uscire dalle parrocchie per farsi presenti nelle periferie, portando Cristo nelle povertà più emarginate, aprendo gli occhi  e le orecchie e tendendo mani a chi pensa di non importare nulla. Interrogandoci su chi sia la nostra periferia è venuta alla mente, chiara e lampante, l’immagine delle zone della diocesi di Carpi colpite dal sisma del maggio 2012, dove ancora oggi, a distanza di tre anni, si fanno i conti con la ricostruzione faticosa, non solo delle strutture abitative e lavorative, ma anche di un tessuto sociale che si è trovato ad affrontare perdite umane e risorse economiche un tempo sicure. Con l’inasprirsi della crisi, inoltre, le fratture di questo terremoto hanno ancor di più allontanato quei soggetti, quelle famiglie che già prima soffrivano di precarietà ed emarginazione: anziani, stranieri, famiglie italiane con problemi di dipendenze nocive alla salute e al portafogli.

A loro ci si vuole accostare, ma non da soli, bensì attraverso quelle realtà che già da tempo si sono fatte carico di tutte queste fragilità: le Caritas parrocchiali, le cooperative sociali, le associazioni. Dunque questo progetto nasce con l’idea proprio di sostenere e potenziare le attività delle Caritas parrocchiali, proponendo attività che possano servire ad un rilancio di risorse umane che non trovano ascolto nel mondo del lavoro o che non sanno come  proposi in qualità di soggetti attivi della comunità, andando fisicamente nelle famiglie che ancora vivono il disagio abitativo. Più concretamente, gli operatori del progetto mettono in atto un centro d’ascolto itinerante che si sposta fisicamente nelle zone della diocesi di Carpi messe in ginocchio dal terremoto . Essi si mettono a disposizione delle Caritas parrocchiali per una stretta collaborazione al fine di proporre interventi mirati alle diverse tipologie di necessità riscontrate.

Tra le principali attività che  il progetto vuole attivare, vi sono la possibilità di mettere in piedi un corso di PC di base per chi non ha dimestichezza con l’informatica, la possibilità di creare un curriculum vitae moderno ed ordinato, consultare le varie offerte lavorative e accompagnare nei luoghi di produzione chi si trova in difficoltà  a muoversi.

Raggiungere le famiglie dove vivono, soprattutto laddove l’ubicazione fisica dei moduli abitativi provvisori (MAP) si trova lontano dal centro cittadino, per farsi prossimi nel conoscerle, nel porsi ad ascoltare quali sono le difficoltà, ma anche nel poter consegnare informazioni utili a migliorare la propria condizione. Quando la condivisione degli spazi già di per se esigui diventa un ostacolo, educare alla convivenza civile e fraterna diventa importante, attraverso l’impegno nel farsi mediatori verbali, o nell’attivare strategie di gestione, mantenimento e rispetto degli spazi personali e comuni seguendo le regole d’igiene e ordine adeguati, come ad esempio un corretto uso della raccolta differenziata e l’imparare ad amare l’ambiente che li ospita. Infine, e senza che abbia minore importanza, portare parole di speranza a chi non vede orizzonti nuovi e positivi, fargli conoscere la propria stessa realtà, talvolta ignorata, dei servizi presenti sul territorio, i quali possono offrire opportunità se solo si vuole avere il coraggio di utilizzarli, cercare dunque di sollevare concretamente e moralmente la persona perché essa sia curata nella sua globalità.

Per fare tutto questo il centro d’ascolto itinerante si avvale di un furgone che, una volta fermo, si trasforma in un vero e proprio ufficio, e di operatori che, per un anno intero, pellegrineranno in queste zone ai margini dei crocevia più trafficati, dando supporto ed energia alle già attive e generose Caritas parrocchiali nell’attenzione ai più piccoli, ai più poveri, ai più sofferenti del nostro territorio.

 

CONTATTI:

e-mail: info@caritascarpi.org

cel.: 339 6872175