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Servizio civile presso Caritas Diocesana di Carpi

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Se sei interessato ai nostri progetti, ti consigliamo di contattarci al più presto senza aspettare la fine del bando, così potrai visitare le diverse sedi di progetto e scegliere quella che ti interessa di più.
 

Periodo di presentazione domande:

Entro le ore 14 del 20 febbraio 2023

Modalità di presentazione domande:
Con SPID su portale https://domandaonline.serviziocivile.it/
N.B. Ogni candidato può presentare una sola domanda. Consigliamo un colloquio orientativo per scegliere il progetto più adatto
Chi può candidarsi:
Ragazzi e ragazze (italiani o stranieri con regolare titolo di residenza in Italia) dai 18 ai 29 anni non compiuti al momento della domanda
 
Percorso selettivo:
Colloquio orientativo
Colloquio referente sede (OLP)
Esperienza di servizio
Incontro di gruppo
Colloquio finale con i selettori
Formazione:
I progetti prevedono un percorso di formazione obbligatorio articolato in:
42 ore di formazione alla cittadinanza attiva
72 ore di formazione su temi e mansioni del singolo progetto
PROGETTI:
SENTIERI FUTURI
Area minori e centri di aggregazione giovanile
Sedi:
Effatà Carpi
Oratorio Parr.S.Maria Maggiore Mirandola
RISCOSTRUIRE SOGNI
Area adulti 1 : nuove povertà e situazioni di fragilità e vulnerabilità
Sedi tutte a Carpi:
Il Mantello Coop.Soc.
Ass.Vol. Porta Aperta odv
Caritas Diocesana
Area adulti 2 : donne sole con minori a carico
Agape di Mamma Nina

 

Scheda Sentieri Futuri –>

Scheda Ricostruire Sogni –>


Superare la logica assistenzialista

Continua l’impegno della Caritas diocesana per far fronte alle nuove emergenze e per la formazione degli operatori

Il povero è un fratello

Quanti poveri genera l’insensatezza della guerra!” (n. 2).È in questo grido, probabilmente, che si può racchiudere il Messaggio di Papa Francesco per la VI Giornata Mondiale dei Poveri, che quest’anno ricorrerà il 13 novembre. Lo sguardo di chi prende tra le mani questo testo si fissa necessariamente sulle tristi vicende che si stanno sperimentando in questi mesi e che si aggiungono alle tante guerre che ovunque provocano morte e distruzione. In questo contesto la Giornata Mondiale dei Poveri, dice Papa Francesco, è una “sana provocazione per aiutarci a riflettere sul nostro stile di vita e sulle tante povertà del momento presente” (n. 1).La frase che ci guida quest’anno è la citazione dalla seconda Lettera di Paolo ai cristiani di Corinto: “Gesù Cristo si è fatto povero per voi” (2Cor 8,9). Il contesto della Lettera è quello della raccolta di fondi per sostenere i poveri della comunità di Gerusalemme. I Corinti, che avevano aderito immediatamente e con entusiasmo a questa iniziativa, con il protrarsi del tempo si stancano e diventano meno generosi. Si tratta di un’esperienza che si ripete in ogni tempo e che manifesta più l’emotività con cui si reagisce davanti alla povertà che non la responsabilità di una scelta che si rende tangibile in un impegno che non conosce sosta. La testimonianza dei cristiani, quindi, ha bisogno di essere sostenuta dall’esempio che Gesù stesso ha donato: “la vera ricchezza non consiste nell’accumulare «tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassinano e rubano» (Mt 6,19), ma piuttosto nell’amore vicendevole che ci fa portare i pesi gli uni degli altri così che nessuno sia abbandonato o escluso” (n. 8).Occorre dare continuità all’aiuto che si dà a chi è in difficoltà, rinnovando la motivazione, perché “ciò che abbiamo iniziato ha bisogno di essere portato a compimento con la stessa responsabilità” (n. 4). E occorre che tutta la comunità sia coinvolta, perché “Più cresce il senso della comunità e della comunione come stile di vita e maggiormente si sviluppa la solidarietà” (n. 5), che si concretizza nel condividere ciò che abbiamo con quanti non hanno nulla, perché nessuno soffra, trovando sempre nella carità, nella fede e nella speranza il fondamento del nostro essere e del nostro agire. Papa Francesco afferma che “Non si tratta di avere verso i poveri un comportamento assistenzialistico, come spesso accade; è necessario invece impegnarsi perché nessuno manchi del necessario. Non è l’attivismo che salva, ma l’attenzione sincera e generosa che permette di avvicinarsi ad un povero come a un fratello che tende la mano” (n. 7).È un tema che ritorna spesso nel magistero del Papa: l’altro, il povero, è prima di tutto un fratello, la cui presenza mi aiuta a ricordare che è necessario dare espressione concreta e coerente alla nostra fede, attraverso la vigilanza della carità: “La carità è il cuore pulsante del cristiano: come non si può vivere senza battito, così non si può essere cristiani senza carità. A qualcuno sembra che provare compassione, aiutare, servire sia cosa da perdenti! In realtà è l’unica cosa vincente, perché è già proiettata al futuro, al giorno del Signore, quando tutto passerà e rimarrà solo l’amore” (Omelia 29 novembre 2020).

Suor Maria Bottura
direttore della Caritas diocesana di Carpi

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Rimuovere l’ingiustizia

Riprendendo la riflessione sul messaggio del Papa per la Giornata dei Poveri (13 novembre) occorre assumere con responsabilità questa sottolineatura per le concrete conseguenze e applicazioni: una carità responsabile abbandona le varie forme di assistenzialismo, più facili da attuare ma senza vera efficacia per la dignità delle persone, per mettere al centro la ricerca della giustizia sociale, della vera uguaglianza, in una progettualità fatta “con i poveri” (n. 7). Tutto questo richiede una vigilanza capace di considerare il giusto valore del denaro. Papa Francesco si dimostra profondo conoscitore del cuore umano quando afferma: “il problema non è il denaro in sé, perché esso fa parte della vita quotidiana delle persone e dei rapporti sociali. Ciò su cui dobbiamo riflettere è, piuttosto, il valore che il denaro possiede per noi: non può diventare un assoluto, come se fosse lo scopo principale. Un simile attaccamento impedisce di guardare con realismo alla vita di tutti i giorni e offusca lo sguardo, impedendo di vedere le esigenze degli altri. Nulla di più nocivo potrebbe accadere a un cristiano e a una comunità dell’essere abbagliati dall’idolo della ricchezza, che finisce per incatenare a una visione della vita effimera e fallimentare” (n. 7). È necessario fare tesoro dell’esperienza vissuta in questi ultimi due anni che ha permesso a tutti, nessuno escluso, di sperimentare una forma di povertà come la debolezza, il senso del limite, la paura, la mancanza di affetti e tanto altro, per acquisire qualcosa di realmente essenziale per la vita: “non siamo al mondo per sopravvivere, ma perché a tutti sia consentita una vita degna e felice. Il messaggio di Gesù ci mostra la via e ci fa scoprire che c’è una povertà che umilia e uccide, e c’è un’altra povertà, la sua, che libera e rende sereni” (n. 8). La prima si riconosce immediatamente perché è dinanzi ai nostri occhi nelle forme più disparate; è la “miseria, fi glia dell’ingiustizia, dello sfruttamento, della violenza e della distribuzione ingiusta delle risorse. È la povertà disperata, priva di futuro, perché imposta dalla cultura dello scarto che non concede prospettive né vie d’uscita. È la miseria che, mentre costringe nella condizione di indigenza estrema, intacca anche la dimensione spirituale, che, anche se spesso è trascurata, non per questo non esiste o non conta” (n.8). La seconda, al contrario, è quella che appare paradossale e spesso impensabile da perseguire per il mondo contemporaneo, e tuttavia è quella che libera perché “si pone dinanzi a noi come una scelta responsabile per alleggerirsi della zavorra e puntare sull’essenziale. In effetti, si può facilmente riscontrare quel senso di insoddisfazione che molti sperimentano, perché sentono che manca loro qualcosa di importante e ne vanno alla ricerca come erranti senza meta. […] Incontrare i poveri permette di mettere fine a tante ansie e paure inconsistenti, per approdare a ciò che veramente conta nella vita e che nessuno può rubarci: l’amore vero e gratuito. I poveri, in realtà, prima di essere oggetto della nostra elemosina, sono soggetti che aiutano a liberarci dai lacci dell’inquietudine e della superficialità” (n. 8). In questo periodo molto è stato fatto dalla Caritas: sostegno alimentare attraverso l’Emporio Cinquepani, sostegno all’abitare con il pagamento di bollette o di rate di affitto per prevenire sfratti e tagli delle utenze, interventi mirati al sostegno delle povertà educative o di particolari necessità legate alla salute. Questo e tanto altro è stato reso possibile, e ci auguriamo che continui ad esserlo, perché tante persone hanno raccolto l’invito alla generosità, lo stesso che agli inizi della nostra storia l’apostolo aveva rivolto ai primi cristiani, non per farne un comando piuttosto per rendere tutti maggiormente sensibili alle esigenze di fratelli e sorelle che vivono nel disagio e nella povertà.

Suor Maria Bottura
direttore della Caritas diocesana di Carpi


Giornata dei poveri, incontro con Sab e Caritas Carpi

Incontro con Don Antonio Scattolini

A Quartirolo, appuntamento in vista della Giornata mondiale dei poveri “L’avete fatto a me” una catechesi con l’arte In occasione della VI Giornata mondiale dei poveri (13 novembre 2022), mercoledì 9 novembre, alle 21, presso la parrocchia di Quartirolo di Carpi, si tiene l’incontro dal titolo “L’avete fatto a me (Mt 25,40). La povertà nel vangelo secondo Matteo, vangelo dell’anno, attraverso l’arte”. Relatore don Antonio Scattolini, responsabile diocesano del Servizio per la pastorale con l’arte della Diocesi di Verona.

L’iniziativa è promossa dal Settore Apostolato Biblico (Sab) dell’Ufficio Catechistico Diocesano e dalla Caritas Diocesana di Carpi. L’incontro di mercoledì 9 ottobre, che ha come cornice l’ampio spazio dell’aula liturgica della Madonna della Neve a Quartirolo – pregevole espressione dell’arte sacra contemporanea -, è aperto a tutti. Sono invitati a partecipare, in particolare, gli operatori e i volontari delle Caritas parrocchiali e gli operatori pastorali, oltre che, naturalmente, quanti sono interessati ai temi posti al centro della serata. “Don Scattolini – spiega suor Maria Bottura, direttrice della Caritas Diocesana – ha scelto un dipinto dei primi decenni del ‘600, attribuito ad un pittore di scuola veneta e conservato a Bassano del Grappa, che raffi gura nella parte inferiore le sette opere di misericordia, mentre nel registro in alto il giudizio universale. Ovvero la trasposizione in immagini di quel ‘l’avete fatto a me’ che è il tema dell’incontro e da cui don Scattolini propone la sua riflessione sulla nostra apertura alla carità verso il prossimo. Che, per citare il messaggio di Papa Francesco per la Giornata dei poveri 2022, non può esaurirsi in un ‘comportamento assistenzialistico’, ma ci chiama ad avere ‘un’attenzione sincera e generosa’ per avvicinarsi ad ogni povero ‘come a un fratello che tende la mano’”. Da parte sua, il Settore Apostolato Biblico, dopo l’incontro in ottobre, mese missionario, guidato dal vescovo Erio Castellucci, in collaborazione con il Centro Missionario Diocesano, nell’ambito del Laboratorio Teologico Realino – modulo denominato “Uno solo è il vostro Padre e voi siete tutti fratelli (Mt. 23,8). Linee interpretative dell’enciclica Fratelli tutti – prosegue l’approfondimento sul racconto dell’evangelista Matteo, ovvero sul Vangelo che accompagnerà l’anno liturgico. “Come già nel 2021, il Sab – afferma Simone Ghelfi, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano – propone una serie di appuntamenti in concomitanza con i diversi periodi e ricorrenze che scandiscono la vita della Chiesa, mettendo in evidenza il Vangelo proclamato nell’anno liturgico in corso. Dunque, di nuovo, come un anno fa a novembre, insieme alla Caritas, intendiamo soffermarci sul tema dei poveri e della povertà, meditando sulla Parola e lasciandoci interpellare da essa. La serata del 9 novembre vede una modalità inedita, per quanto riguarda il Sab e la nostra Chiesa locale – sottolinea -, cioè attraverso una catechesi che prende lo spunto da un’opera d’arte, secondo quel percorso di pastorale con l’arte che vede impegnato con competenza e dedizione don Scattolini per la Diocesi di Verona”.

 


Caritas Carpi, aggiornamenti sull’Emergenza Ucraina

Caritas Diocesana, aggiornamenti sull’Emergenza Ucraina – “Fase due” nell’accoglienza dei rifugiati

Sostegno ai nuclei famigliari non solo nelle esigenze immediate ma per un inserimento a lungo termine sul territorio

Per la Caritas Diocesana di Carpi, nell’accoglienza dei rifugiati dall’Ucraina, è in corso la cosiddetta “fase due”. Come spiega la direttrice, suor Maria Bottura, “allo scoppio della guerra e subito dopo abbiamo ricevuto in Caritas richieste di aiuto da parte di un centinaio di nuclei famigliari. Molti di loro avevano già una sistemazione, ad esempio per la presenza qui in loco di parenti o amici, mentre altri avevano bisogno di un supporto nel trovare una abitazione o i mezzi di sussistenza”.

A queste famiglie sono state così distribuite le tessere per fare la spesa all’Emporio Partecipativo Cinquepani a Carpi – gestito dalla Fondazione Caritas “Odoardo e Maria Focherini – avvalendosi dei finanziamenti dell’8xmille della Cei erogati dalla Diocesi di Carpi tramite il fondo “Ripartire per ripartire – Emergenza Covid”. Si sta per rinnovare la distribuzione di questi buoni alimentandoli di nuovo in parte con l’8xmille, in parte con fondi inviati dalla Caritas Italiana, in parte con le donazioni dei benefattori.

Oggi le famiglie sono parzialmente diminuite, dal centinaio che erano. Alcune sono rientrate nel loro Paese, ma altre sono rimaste qui perché le loro case sono state distrutte e spesso i famigliari sono morti. Altri ancora stanno arrivando in questo periodo. “Con la Caritas Italiana – sottolinea suor Maria – stiamo sviluppando il progetto ‘Apri Ucraina’ per accompagnare i nuclei più fragili in un inserimento di lungo termine nel nostro territorio, aiutandoli innanzitutto nell’ottenere il permesso di soggiorno e un lavoro. Ai bambini e ragazzi è stata offerta la partecipazione agli oratori estivi all’Eden o in alcune parrocchie della città di Carpi”.

Si tratta di persone che attraversano un momento di particolare difficoltà, non solo dal punto di vista delle esigenze concrete, ma anche per lo shock emotivo subito. “I fondi a nostra disposizione – spiega la direttrice – hanno permesso di avere con noi in Caritas, per alcune ore, un educatore a supporto nell’ascolto e nella gestione delle richieste di aiuto. Inoltre, per la mediazione linguistica e culturale, così come per servizi correlati, quali ad esempio le traduzioni e i trasporti, possiamo rivolgerci all’Associazione Mriya, che è sempre disponibile”.

Molto preziosa, sottolinea suor Maria, è dunque “la generosità dei donatori per poter continuare a sostenere queste attività a favore dell’inclusione di quanti sono stati provati dalla violenza della guerra”.

Donazioni Emergenza Ucraina
É sempre possibile contribuire con donazioni in denaro: IBAN IT86X0538723300 000001422974, intestato a Diocesi di Carpi-Caritas Diocesana. Causale: Emergenza Ucraina.


Rapporto 2021 Caritas, Porta Aperta Carpi e Mirandola

  Il Rapporto Povertà 2021, frutto della collaborazione tra Caritas Diocesana di Carpi, Porta Aperta Carpi, Porta Aperta Mirandola, e Recuperandia è stato presentato alla stampa lunedì 9 maggio presso il Museo diocesano.
In apertura, la direttrice di Caritas Diocesana, suor Maria Bottura, ha esposto il nuovo contesto in cui occorre leggere questi numeri, ovvero il tema di una povertà che interroga e richiama ad un compito di accompagnamento all’interno di una relazione.
Quindi non solo soddisfacimento di bisogni primari, cibo e salute, ma anche un insieme di servizi che contribuiscono ad elevare la dignità della persona o del nucleo familiare indigente, prima di tutto il lavoro e la casa, poi l’istruzione e la capacità di gestire i propri beni.
Gli ha fatto eco Alessandra Mioni, del consiglio direttivo di Porta Aperta, raccontando la storia dell’associazione e i cambiamenti in atto nei confronti di un’utenza che manifesta sempre nuovi bisogni per far fronte a situazioni di fragilità che stanno alla base o aggravano la povertà.
I vari responsabili dei settori di Caritas e Porta Aperta sono poi entrati nel merito dei contenuti del Rapporto. Un elemento di sintesi si può evidenziare e riguarda da un lato un trend stazionario del numero delle famiglie che accedono ai vari servizi ma dall’altro l’incoraggiante aumento sia degli aiuti materiali (denaro e beni, anche appartamenti) che del numero dei volontari.
Quindi un tessuto di grande generosità che ben si coniuga con la serietà e la creatività dei progetti di Caritas e Porta Aperta.
Leggi il Rapporto 2021–>

Solidarietà: risposta alla guerra

La Caritas diocesana è impegnata su vari fronti, a livello locale per l’accoglienza e in coordinamento con Caritas Italiana per gli aiuti ai campi profughi

È comune la preoccupazione per quanto sta accadendo in Ucraina, dove purtroppo, come ha sottolineato il Papa, la “gente comune che vuole la pace…in ogni confitto è la vera vittima che paga, sulla propria pelle, le follie della guerra”. Si parla ormai di centinaia di migliaia di profughi, e di un paese devastato, con migliaia di morti, che porterà a lungo i segni della violenza. “Fratelli e sorelle – ha detto sempre Francesco – quando io sento le parole “vittoria” o “sconfitta” sento un grande dolore, una grande tristezza nel cuore, non sono parole giuste, l’unica parola giusta è “pace”, questa è l’unica parola giusta”. Al di là della ragione e del torto, la guerra non può mai essere la soluzione delle tensioni fra le persone, fra i gruppi, fra le nazioni. Quella che stiamo vivendo è un’emergenza complessa, con una risonanza concreta anche in Italia, e Caritas Italiana – grazie ai contatti costanti con le Caritas in Ucraina, la rete internazionale e le Caritas diocesane italiane – monitora costantemente la situazione per adattare le risposte ai bisogni reali; supporta le Caritas di Ucraina e dei Paesi confinanti per l’accoglienza delle persone in fuga dalla guerra, garantendo le azioni necessarie per rispondere ai bisogni più urgenti e contribuendo all’accoglienza di quanti arrivano in Italia. Ha avviato una raccolta fondi, e sta via via mettendo a disposizione contributi per i bisogni immediati, restando accanto alla popolazione tutta. Invita anche alla prossimità con le sorelle e i fratelli ucraini che sono nel nostro Paese, spesso impegnati in servizi di cura nelle nostre famiglie, e a quanti stanno raggiungendo il nostro Paese. In Emilia-Romagna hanno fatto il loro ingresso fi no ad ora oltre 20.000 profughi ucraini; sul territorio di Carpi sono più di 300, mentre su quello di Mirandola più di 50. La Caritas di Carpi è coinvolta nell’accoglienza nel nostro territorio; la nostra è un’accoglienza di comunità, attraverso la disponibilità di famiglie che si mettono insieme attraverso una rete che si prende cura delle persone accolte. La solidarietà che fiorisce nelle nostre comunità è una preziosa occasione per richiamarci al valore della pace e si esprime in gesti concreti di sostegno e vicinanza. Alcune parrocchie e famiglie private del territorio diocesano hanno messo a disposizione spontaneamente la loro casa e gli spazi necessari, e sappiamo che le famiglie che stanno accogliendo sono molte di più di quelle che noi conosciamo, passate dalla Caritas. L’accoglienza in famiglia aiuta a far sentire la vicinanza necessaria. Come operatori Caritas ci mettiamo a disposizione come punto di incontro per l’alloggio tra le richieste e le disponibilità, e cerchiamo di accompagnare sia le famiglie che arrivano, seguendole nei diversi passaggi fondamentali, sia le famiglie che accolgono, affiancandoci a loro nel dare risposta alle necessità primarie, e preoccupandoci affinché la generosità che stanno dimostrando possa generare un’esperienza positiva e serena. In particolare, ora stiamo accompagnando 12 famiglie che hanno accolto in totale 40 persone. Off riamo poi ai profughi il supporto alimentare attraverso le schede dell’emporio Cinquepani, grazie ad un finanziamento dell’8xmille: dalla fine di marzo ad oggi ne abbiamo distribuite 70 ad altrettanti nuclei familiari ucraini, raggiungendo in questo modo 240 persone. Stiamo sperimentando tanta generosità da parte delle persone che rimangono colpite dal dolore e offrono la loro collaborazione, anche attraverso servizi come il trasporto o il provvedere a qualche specifica necessità sanitaria o di qualunque genere: come Caritas stiamo cercando di coordinare anche questi volontari, favorendo l’incontro tra chi si off re e chi necessita di questi aiuti. L’amore e la carità che stiamo vedendo ci dicono ancora una volta che il male non è mai l’ultima parola sull’uomo e sulla vita; che c’è un’umanità capace di solidarietà, di vicinanza, di accoglienza. Moltissime persone hanno risposto all’appello di raccolta fondi: a tutt’oggi sono stati raccolti 44.500 euro, che ci impegniamo a finalizzare al meglio. Una parte verrà versata alla Caritas Italiana per contribuire agli aiuti sul campo, mentre l’altra parte verrà utilizzata per il sostegno ai profughi ospitati qui in diocesi. Ringraziamo quanti stanno donando con generosità e quanti, con altrettanta generosità, ci stanno facendo pervenire direttamente, o tramite le parrocchie e le associazioni, la loro disponibilità a dare una mano in diversi modi per questa emergenza.

Gli operatori della Caritas diocesana Sr Maria Bottura, Stefano Battaglia, Michela Marchetto, Roberta Dalla Sala


Per le persone e famiglie in fuga dal conflitto, Caritas diocesana promuove le accoglienze piccole e diffuse.
Invitiamo perciò coloro che avessero disponibilità di locali, o coloro che stanno già accogliendo, a mettersi in contatto con la Caritas per coordinare gli interventi (059-644352 – caritas@carpi.chiesacattolica.it)

A Carpi la Via Crucis cittadina
Un appuntamento pubblico di preghiera che caratterizza il cammino quaresimale della chiesa carpigiana sarà la Via Crucis cittadina che si terrà venerdì 8 aprile alle ore 21. L’animazione delle stazioni e affidata ai gruppi Agesci della città che rifletteranno sul tema dei conflitti in Ucraina e in varie parti del mondo. Una preghiera corale per la pace alla sequela della croce di Gesù.
Questi momenti comunitari, interdiocesani, diocesani e cittadini si aggiungono alla preghiera quotidiana che si svolge nelle parrocchie, nei monasteri, nelle comunità religiose e nelle famiglie perché come ci ha ricordato il Papa “Dio e il Dio della pace” e chiediamo che “converta i cuori a una ferma volontà di pace”.


Editoriale n. 11 del 27 marzo 2022

Consapevoli del carico di dolore di chi fugge
Il tempo di una vera accoglienza

Pare assurdo, eppure… ancora un’altra guerra. Non sono bastate le già tante atrocità prodotte, di cui il ‘900 è indelebilmente macchiato, per scuotere le nostre coscienze e ammettere, all’unanimità, che la guerra è un male così orribile da far subito cessare, anzi, neanche da pensare di iniziare? È mai possibile arrivare a contraddirsi, ingannarsi a tal punto da voler trovare giustificazioni umane ad azioni, evidentemente, così tanto disumane? Almeno di fronte a questi fatti drammatici, rimaniamo spaventati di quanto un uomo possa corrompersi per la sete di potere e delle tragiche conseguenze che ricadono sulla gente comune? Pare assurdo, eppure… con tutto quello che è successo e, purtroppo, succede tutt’oggi… non abbiamo ancora imparato che l’aggressione, il sopruso, il dominio, l’invasione sono azioni devastanti, dalle quali non trae vantaggio nessuno, soprattutto chi le comincia, perché alla fine dei conti portano all’autodistruzione? Com’è possibile che non si riesca a riconoscere la sopraffazione, la cattiveria, la prepotenza come atteggiamenti crudeli, che non hanno niente a che vedere con il senso di giustizia, da condannare ed evitare categoricamente, perché

non fanno altro che rovinare, per anni, la vita umana personale e sociale? Quante altre grida si devono alzare al cielo, a quanto altro dolore, sofferenza, morte dobbiamo assistere per capirlo? Pare assurdo, eppure… ormai nemmeno la storia non sa più come dircelo… lei, che secondo l’adagio latino «è maestra di vita», alla prova dei fatti che giudizio ci può dare?

Per grazia di Dio, e intendo proprio unicamente perché Lui, in persona, ha deciso di rendersi presente e farsi carico della vita umana, per grazia di Dio, la storia non è fatta solo di barbarie, uccisioni e devastazioni. Per grazia di Dio, nelle pagine della storia è profondamente inscritto un moto contrario: di fronte all’esplosione del peggior male che alcuni uomini possono fare contro altri uomini, compare in tutta la sua umile imponenza il bene più grande che gli uomini possono fare a favore degli uomini. Quando la violenza e la cattiveria invadono il campo, sfoggiando con spavalderia la loro presuntuosa forza, l’amore e la carità con latenza subentrano, per mostrare a tutto il mondo la loro solidale vittoria.

Una trentina di richieste per altrettante disponibilità di alloggio
Caritas: i primi inserimenti

L’impegno della Caritas diocesana
Dunque, se vogliamo imparare dalla storia, è necessario conoscere la sua parte veramente umana, che comunque, per grazia di Dio, rimane sempre la più determinante e cospicua. Per certi versi noi siamo avvantaggiati, perché, considerando la nostra posizione geografica, è proprio la parte che maggiormente ci interpella e ci coinvolge, in prima persona. Non conta se da semplici comparse o da attori protagonisti, l’importante è che, secondo le proprie disponibilità, cerchiamo di partecipare.

Dall’inizio dell’invasione russa si contano ormai più di due milioni di profughi ucraini; di cui circa tredicimila sono arrivati nella nostra regione, per adesso. Quindi, anche la nostra città è chiamata a dover far fronte a questa emergenza umanitaria. Attualmente stanno arrivando anziani, donne e bambini, perché gli uomini non possono lasciare il paese. Più precisamente, i nuclei famigliari sono composti in prevalenza da mamma e figli; ciò significa che occorre trovare luoghi adatti, che permettono di mantenerli uniti.

Altre possibilità di collaborare

Per grazia di Dio, non manca un discreto numero di famiglie disposte all’ospitalità. Per cui la domanda sta trovando la giusta offerta; infatti, concretamente, ad oggi, abbiamo ricevuto trentadue richieste di accoglienza e trentatré posti a disposizione. In tal modo, come Caritas Diocesana, lavorando in stretta collaborazione col Comune, subito cerchiamo di identificare la sistemazione migliore; poi ci proponiamo di accompagnare sia la famiglia da accogliere, seguendola nei vari passaggi necessari (AUSL per gli aspetti sanitari, segnalazione della propria presenza alla Questura e al Comune), sia la famiglia accogliente, supportandola e affiancandola nell’aiuto (ad esempio dando buoni dell’emporio Cinquepani, per soddisfare esigenze alimentari e d’igiene senza difficoltà). Considerando il dramma che stanno vivendo, per l’abbandono della loro terra e delle persone care, è proprio l’ascolto, il conforto, la vicinanza ciò che meglio può alleviare il forte dolore e le gravi sofferenze. È fondamentale, pertanto, che questa generosa prossimità porti ad una reale esperienza positiva e serena.

Attraverso questa impostazione, è già avvenuto l’inserimento di un nucleo di tre persone; e sono stati attivati altri inserimenti, che si concretizzeranno appena possibile.

La grazia di Dio è molto più abbondante. In aggiunta alle famiglie accoglienti, ci sono altre persone che hanno offerto la propria competenza per svolgere servizi altrettanto preziosi: accompagnamento nei vari uffici sanitari e comunali; interpretariato; assistenza medica per eventuali emergenze. Senza dimenticare le Caritas Parrocchiali, che stanno mettendo a disposizione le loro risorse (sporte di cibo, trasporti…) in risposta ai bisogni segnalati.

Siamo anche in costante contatto con la Caritas Italiana, al fine di trovare insieme soccorsi e percorsi il più possibile adeguati, conformi alla difficile situazione.

Prepararsi al dopo-emergenza
Ad essere sinceri, però, oltre al presente, ci preoccupa il futuro. Non sappiamo infatti quanti altri profughi arriveranno, quanto durerà l’emergenza e, quindi, quali altre necessità emergeranno. Perché, guardando un po’ più in là dell’immediato, una volta risolto il problema del cibo e dell’alloggio, ci saranno probabilmente: bambini che dovranno andare a scuola; adulti che dovranno conoscere la lingua; spazi e momenti di incontro da istituire per aiutare l’integrazione.

Siamo fiduciosi e pieni di speranza che, al variare delle richieste, si troveranno disponibilità confacenti, perché Dio non fa mai mancare la sua grazia, l’amore e la carità. Infatti, se prestiamo più attenzione alla storia, mediante il Vangelo, è questo ciò che di meglio ci sta insegnando. E sono sicuro che, anche se pare assurdo, eppure… in un qualche modo, per grazia, lo stiamo imparando!

Don Riccardo Paltrinieri
Vicario Episcopale per la carità

Adesione alla raccolta fondi promossa dalla Caritas Italiana, accompagnamento delle ospitalità e censimento delle disponibilità di alloggi. Per i materiali di prima necessità coordinamento con le indicazioni della Protezione Civile dell’Unione Terre d’Argine

Con il cuore straziato per quanto accade in Ucraina – e non dimentichiamo le guerre in altre parti del mondo, come nello Yemen, in Siria, in Etiopia… –, ripeto: tacciano le armi! Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza. Perché chi ama la pace, come recita la Costituzione Italiana, «ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali» (Art.11)

Angelus Papa Francesco 27/02/2022

La Caritas diocesana di Carpi desidera esprimere la propria vicinanza al popolo ucraino, vittima di una escalation di violenza che non risparmia la popolazione civile. Il Paese dall’inizio del conflitto ad oggi, ha visto partire circa 1 milione di persone in fuga (400.000 solo negli ultimi due giorni). Le previsioni parlano di 4 milioni di profughi e 12 milioni di persone in stato di bisogno nel territorio ucraino. La maggior parte di esse si sposta verso i Paesi limitrofi, in particolare verso Polonia, Romania e Moldavia.

Le Caritas dell’Ucraina insieme alle Caritas dei Paesi confinanti stanno collaborando strettamente con Caritas Europa e Caritas Internationalis per donare beni di prima necessità, trasporto sicuro, accoglienza nei centri Caritas, supporto psico sociale, condivisione di tutte le informazioni corrette.

Considerata la complessità dell’emergenza umanitaria, le donazioni in denaro restano al momento il modo più efficace per sostenere direttamente il popolo ucraino in queste ore drammatiche. Questa è la posizione    assunta da Caritas Italiana al fine di valorizzare sia l’impegno di chi lavora sul campo, sia la disponibilità di tutte le persone di buona volontà che si stanno rivolgendo a noi.

Caritas Diocesana di Carpi, in linea con questa indicazione, NON organizza raccolte ed invii di generi di prima necessità. Per la raccolta di materiali si rimanda alle indicazioni fornite dalla Protezione Civile dell’Unione Terre d’Argine nel comunicato diffuso nei giorni scorsi.

La nostra scelta è dovuta da un lato all’oggettiva impossibilità di far pervenire gli aiuti in territorio ucraino e, dall’altro, alla necessità di coordinare il nostro lavoro con quello delle Caritas Italiana, Ucraina e delle Caritas di Polonia, Romania e Moldavia.

Caritas Italiana ha già stanziato 100.000 € a sostegno di Caritas Ucraina e delle Caritas più vicine per rispondere ai bisogni immediati della popolazione

 Caritas Diocesana di Carpi aderisce a questo appello con la raccolta fondi:

“UCRAINA ASCOLTIAMO IL GRIDO DI PACE”

IBAN: IT86X0538723300 000001422974

intestato a Diocesi di Carpi-Caritas Diocesana

Causale: Emergenza Ucraina

Sottolineiamo inoltre che non è sufficiente un intervento emergenziale per rispondere a un problema che richiederà settimane, mesi e forse anni per la ricostruzione, non solo di edifici distrutti ma soprattutto di storie di vita, biografie, contesti sociali. Per questo riteniamo necessaria una riflessione che coinvolga i diversi Uffici pastorali, la Comunità Ucraina presente in Diocesi, e chiunque si senta colpito dagli eventi in corso.

Arrivi e Accoglienze:

In questi giorni stiamo ricevendo richieste di aiuti per le persone sfollate e già arrivate nel nostro territorio diocesano. Per questo si rende necessario un coordinamento di ciò che è possibile fare per l’accoglienza:

  • Per le persone e famiglie in fuga dal conflitto, Caritas diocesana promuove le accoglienze piccole e diffuse, già sperimentate sul territorio in occasioni precedenti. Le Comunità parrocchiali e le famiglie disponibili ad accogliere potranno contare sull’accompagnamento e il monitoraggio di Caritas Diocesana, in collaborazione con Migrantes di Carpi e Modena, insieme alla Comunità Ucraina presente nel nostro territorio.

Invitiamo perciò coloro che avessero disponibilità di locali, o coloro che stanno già accogliendo in casa propria, a mettersi in contatto con la Caritas diocesana per coordinare gli interventi e le necessità.

  • Per ogni persona accolta sarà necessario entrare in contatto con l’AUSL per gli aspetti sanitari legati al covid, e con la Questura per notificare e registrare le presenze.
  • E’ attiva la collaborazione con le Terre D’argine per il coordinamento degli aiuti. A questo link il comunicato con tutte le informazioni necessarie.

https://www.terredargine.it/comunicazione-unione/comunicati-stampa-unione/13797-anno-2022/87159-solidarieta-all-ucraina

Ringraziamo sin da ora tutti coloro che si stanno interessando per sostenere questa situazione emergenziale, e per gli aiuti che stanno arrivando. Restiamo a disposizione per ogni richiesta e informazione presso:

CARITAS DIOCESANA DI CARPI

Via O. Vecchi n.38 – 41012 Carpi (Mo)

www.caritascarpi.org – T. 059-644352 – Mail: caritas@carpi.chiesacattolica.it


Mercoledì 2 Marzo 2022

Preghiera e digiuno per la pace in Ucraina

Mercoledì 2 Marzo 2022

Il disegno di Dio
Dal libro della GENESI
E Dio disse: «Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: “Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra; soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra”. Poi Dio disse: «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra e ogni albero in cui è il frutto, che produce seme: saranno il vostro cibo. A tutte le bestie selvatiche, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona.
E fu sera e fu mattina: sesto giorno

La guerra
Dal libro della GENESI
Adamo si unì a Eva sua moglie, la quale concepì e partorì Caino e disse: “Ho acquistato un uomo dal Signore”. Poi partorì ancora suo fratello Abele. Abele era pastore di greggi e Caino lavoratore del suolo. Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo in sacrificio al Signore; anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore gradì Abele e la sua offerta ma non gradì Caino e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a Caino: “Perché sei irritato e perché è abbattuto il tuo volto? Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta; verso di te è la sua bramosia, ma tu dòminala”. Caino disse al fratello Abele: “Andiamo in campagna!”. Mentre erano in campagna, Caino alzò la mano contro il fratello Abele e lo uccise. Allora il Signore disse a Caino: “Dov`è Abele, tuo fratello?”. Egli rispose: “Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?”. Riprese: “Che hai fatto? La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai sulla terra”. Disse Caino al Signore: “Troppo grande è la mia colpa per ottenere perdono! Ecco, tu mi scacci oggi da questo suolo e io mi dovrò nascondere lontano da te; io sarò ramingo e fuggiasco sulla terra e chiunque mi incontrerà mi potrà uccidere”. Ma il Signore gli disse: “Però chiunque ucciderà Caino subirà la vendetta sette volte!”. Il Signore impose a Caino un segno, perché non lo colpisse chiunque l`avesse incontrato. Caino si allontanò dal Signore e abitò nel paese di Nod, ad oriente di Eden.

POESIA “ E l’uomo disse: siano le tenebre” (Anonimo brasiliano)
Alla fine l’uomo distrusse la terra.
La terra era stata bella. Poi su di essa aleggiò lo spirito dell’uomo e distrusse tutte le cose.
E l’uomo disse : siano le tenebre. E sembrò all’uomo che le tenebre fossero buone, e chiamò le tenebre “sicurezza”; e divise se stesso in razze, religioni e classi.
Non ci fu sera e non ci fu mattina nel settimo giorno prima della fine.
E l’uomo disse: ci sia un governo forte, per regnare su di noi nelle nostre tenebre…. vi siano eserciti per uccidersi con ordine ed efficienza nelle nostre tenebre, perseguitiamo e distruggiamo, qui e fino ai confini della terra coloro che ci dicono la verità, perché noi amiamo le nostre tenebre.
Non ci fu sera e non ci fu mattina nel sesto giorno prima della fine.
E l’uomo disse: vi siano missili e bombe per uccidere meglio e più rapidamente. E vi furono forni e camere a gas per rifinire il lavoro.
Ed era il quinto giorno prima della fine.
E l’uomo disse : vi siano droghe e altre vie all’evasione, perché un lieve e costante fastidio – la Realtà – ci disturba nella nostra comunità. Ed era il quarto giorno prima della fine.
E l’uomo disse : ci siano divisioni tra le nazioni perché possiamo sapere chi è il nostro nemico. Ed era il terzo giorno prima della fine.
E per l’ultima cosa l’uomo disse: facciamo Dio a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e non ci sia altro dio a competere con noi. Diciamo che Dio pensa come noi pensiamo, che odia come noi odiamo e uccide come noi uccidiamo.
Ed era il secondo giorno prima della fine.
Nell’ultimo giorno vi fu un grande fragore sulla faccia della terra: il fuoco bruciò il pianeta e fu silenzio.
E il Signore Dio vide tutto quello che l’uomo aveva fatto, e nel silenzio che avvolgeva quei resti fumanti Dio pianse.


Spazio di silenzio

PREGHIERA PENITENZIALE

TUTTI (CANTATO) : Kirie Eleison

LETTORE: Signore, noi abbiamo ancora le mani insanguinate, dalle ultime guerre mondiali, delle numerose guerre che abbiamo combattuto da allora e da quella odierna così che non ancora tutti i popoli hanno potuto stringerle fraternamente fra loro. .
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, noi siamo tanto armati come non lo siamo mai stati nei secoli prima d’ora, e siamo così carichi di strumenti micidiali da potere, in un istante, incendiare la terra e distruggere forse anche l’umanità.
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, noi abbiamo fondato lo sviluppo e la prosperità di molte nostre industrie colossali sulla demoniaca capacità di produrre armi di tutti i calibri, e tutte rivolte ad uccidere e a sterminare gli uomini nostri fratelli; così abbiamo stabilito l’equilibrio crudele dell’economia di tante Nazioni potenti sul mercato delle armi verso le Nazioni povere,
prive di aratri, di scuole e di ospedali.
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, noi abbiamo lasciato che rinascessero in noi le ideologie, che rendono nemici gli uomini fra loro: il fanatismo rivoluzionario, l’odio di classe, l’orgoglio nazionalista, l’esclusivismo razziale le emulazioni tribali, gli egoismi commerciali, gli individualismi gaudenti e indifferenti verso i bisogni altrui.
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, noi ogni giorno ascoltiamo impotenti le notizie di guerre ancora accese nel mondo.
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, guarda tuttavia ai nostri sforzi, inadeguati, ma sinceri, per la pace del mondo! Vi sono istituzioni magnifiche e internazionali; vi sono propositi per il disarmo e la trattativa.
Tutti: Kirie Eleison

Lettore: Signore, vi sono soprattutto tombe che stringono il cuore, famiglie spezzate dalle guerre, dai conflitti, dalle repressioni capitali; donne che piangono, bambini che muoiono; profughi e prigionieri accasciati sotto il peso della solitudine e della sofferenza: e vi sono tanti giovani che insorgono perché la giustizia sia promossa e la concordia sia legge delle
nuove generazioni.
Tutti: Kirie Eleison

Tutti: Signore, Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

Il digiuno accetto a Dio
Dal libro del profeta Isaia (58,1-12)

Grida a squarciagola, non aver riguardo;
come una tromba alza la voce;
dichiara al mio popolo i suoi delitti,
alla casa di Giacobbe i suoi peccati.
Mi ricercano ogni giorno,
bramano di conoscere le mie vie,
come un popolo che pratichi la giustizia
e non abbia abbandonato il diritto del suo Dio;
mi chiedono giudizi giusti,
bramano la vicinanza di Dio:
«Perché digiunare, se tu non lo vedi,
mortificarci, se tu non lo sai?».
Ecco, nel giorno del vostro digiuno curate i vostri affari,
angariate tutti i vostri operai.
Ecco, voi digiunate fra litigi e alterchi
e colpendo con pugni iniqui.
Non digiunate più come fate oggi,
così da fare udire in alto il vostro chiasso.
E’ forse come questo il digiuno che bramo,
il giorno in cui l’uomo si mortifica?
Piegare come un giunco il proprio capo,
usare sacco e cenere per letto,
forse questo vorresti chiamare digiuno
e giorno gradito al Signore?
Non è piuttosto questo il digiuno che voglio:
sciogliere le catene inique,
togliere i legami del giogo,
rimandare liberi gli oppressi e spezzare ogni giogo?
Non consiste forse nel dividere il pane con l’affamato,
nell’introdurre in casa i miseri, senza tetto,
nel vestire uno che vedi nudo,
senza distogliere gli occhi da quelli della tua carne?
Allora la tua luce sorgerà come l’aurora,
la tua ferita si rimarginerà presto.
Davanti a te camminerà la tua giustizia,
la gloria del Signore ti seguirà.
Allora lo invocherai e il Signore ti risponderà;
implorerai aiuto ed egli dirà: «Eccomi!».
Se toglierai di mezzo a te l’oppressione,
il puntare il dito e il parlare empio,
se offrirai il pane all’affamato,
se sazierai chi è digiuno,
allora brillerà fra le tenebre la tua luce,
la tua tenebra sarà come il meriggio.
Ti guiderà sempre il Signore,
ti sazierà in terreni aridi,
rinvigorirà le tue ossa;
sarai come un giardino irrigato
e come una sorgente
le cui acque non inaridiscono.
La tua gente riedificherà le antiche rovine,
ricostruirai le fondamenta di epoche lontane.
Ti chiameranno riparatore di brecce,
restauratore di case in rovina per abitarvi.

Omelia
La resurrezione
Dal Vangelo di Giovanni (20,19-23):
19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Preghiamo insieme
Fratelli e sorelle, invochiamo Dio, nostro Padre, che ama tutti i popoli della terra. A lui apriamo con fiducia il nostro cuore, certi di trovare ascolto e conforto.
Ripetiamo insieme:

Dio della pace, ascoltaci.

1. Per la Chiesa: perché sia sempre più una comunità di persone capaci di costruire pace nel proprio quoti- diano e di annunciare il Vangelo di fronte a ogni violenza, sopruso ed ingiustizia, preghiamo.

2. Per tutti i governanti: perché nella drammaticità dell’ora presente, illuminati dallo Spirito Santo possano responsabilmente fermare la spirale dell’odio e favorire processi di pace, preghiamo.

3. Per i popoli che subiscono la guerra, per i profughi privati della casa e della dignità, per tutte le vittime di attentati nel mondo e per tutti coloro che vivono e subiscono ogni forma di violenza fratricida: perché il Signore doni loro la serenità del cuore, preghiamo.

4. Per ciascuno di noi: perché, docili all’azione dello Spirito, possiamo essere costruttori di pace e di giustizia, soprattutto nel promuovere famiglie come vere comunità di amore, aperte alla vita, all’accoglienza e all’ospitalità, preghiamo.

Il sacerdote continua:
Raccogliamo ogni invocazione e ogni desiderio, presentiamo al Signore ogni inquietudine e sofferenza con le parole che Gesù ci ha insegnato e insieme cantiamo:

Padre nostro che sei nei cieli….

Preghiera conclusiva:
Dio, Signore della vita e della storia, riconosciamo il tuo amore di Padre quando pieghi la durezza dell’uomo, e in un mondo lacerato da lotte e discordie lo rendi disponibile alla riconciliazione. Con la forza dello Spirito tu agisci nell’intimo dei cuori perché i nemici si aprano al dialogo, gli avversari si stringano la mano e i popoli s’incontrino nella concordia.
Per tuo dono, o Padre, la ricerca sincera della pace estingue le contese, l’amore vince l’odio e la vendetta è disarmata dal perdono.

Benedizione

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La Chiesa di Carpi accoglie l’invito del Papa per la giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina.

Mercoledì 2 marzo dalle ore 12 alle ore 14 apertura straordinaria della Cattedrale

La Chiesa di Carpi accoglie l’invito di Papa Francesco alla giornata di preghiera e digiuno per la pace in Ucraina, indetta per il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Per l’occasione viene proposto un momento pubblico di preghiera personale e comunitaria aperto a tutti, con l’apertura straordinaria della Cattedrale dalle ore 12 alle ore 14. La preghiera sarà presieduta dal vicario generale della Diocesi, monsignor Gildo Manicardi. La preghiera e il digiuno proseguiranno poi per l’intera giornata in particolare nel corso delle celebrazioni per il Mercoledì delle Ceneri che si terranno in Cattedrale alle ore 19 e in tutte le parrocchie della Diocesi.

Purtroppo gli eventi di queste ultime ore vedono disattesi i ripetuti appelli del Papa ad astenersi “da ogni azione che provochi ancora più sofferenza tra le popolazioni, destabilizzando la convivenza tra le nazioni e screditando il diritto internazionale”. Nel corso dell’udienza generale di mercoledì 23 febbraio aveva affermato: “Nonostante sforzi diplomatici delle ultime settimane – ha denunciato Francesco – si stanno aprendo scenari sempre più allarmanti. Con me tanta gente nel mondo sta provando angoscia e preoccupazione. Ancora una volta la pace di tutti è minacciata da interessi di parte. Vorrei appellarmi a quanti hanno responsabilità politica perché facciano un serio esame di coscienza davanti a Dio, che è il Dio della pace e non della guerra: il padre di tutti, non solo di qualcuno, che ci vuole fratelli e non nemici”. Rivolgendo, poi, un appello a “credenti e non credenti”, il Papa ha proposto per il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una Giornata di preghiera e digiuno: “Gesù ci ha insegnato che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra”.

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Guerra in Ucraina: la vicinanza della Chiesa di Carpi alla comunità ucraina

Domenica 27 febbraio l’incontro con il vicario generale mons. Gildo Manicardi in San Bernardino Realino. Questa sera alle 18.30 la messa nella chiesa del Corpus Domini

Oggi, domenica 27 febbraio, per la Chiesa di Carpi è una giornata di vicinanza alla Comunità ucraina presente a Carpi per condividere nella preghiera il dolore e la preoccupazione per le conseguenze sulla popolazione dell’invasione russa in atto in questi giorni. Questa mattina nella chiesa di San Bernardino Realino, dove abitualmente si ritrova la Comunità ucraina per la preghiera e per celebrare la messa, era presente l’assistente spirituale don Alessandro Sapunko con una nutrita delegazione di cittadine e cittadini ucraini. Il sacerdote e i fedeli ucraini sono stati accolti al termine della messa della comunità parrocchiale di San Bernardino dal vicario generale monsignor Gildo Manicardi, insieme dal parroco don Mauro Pancera e al vicario episcopale per la carità don Riccardo Paltrinieri, che ha espresso a nome del vescovo Erio, la solidarietà della Chiesa di Carpi per questo momento drammatico che stanno vivendo i familiari rimasti in Ucraina e per la sofferenza di chi da qui segue con apprensione lo sviluppo degli eventi bellici. Nelle parole di don Alessandro in breve il racconto della storia sofferta dell’Ucraina e il desiderio di libertà e di pace che anima questo popolo e la richiesta di continuare con la preghiera e con l’aiuto per le necessità che si manifesteranno sia per la gente in Ucraina sia per i profughi che arriveranno anche qui in Italia. Hanno portato la loro solidarietà alla Comunità ucraina anche Roberta Della Sala, operatrice Caritas e della Consulta per gli stranieri, la Migrantes di Carpi con Elena Zuffolini e Maurizio Maio. Al termine un momento di preghiera sentito e commosso vissuto con la comunità ucraina ha concluso questo primo incontro. Questa sera alle 18.30 nella chiesa del Corpus Domini a Carpi, l’Azione Cattolica diocesana accoglierà la comunità ucraina nella celebrazione della santa messa presieduta dal vicario generale monsignor Manicardi.

Si ricorda che mercoledì 2 marzo, giornata di preghiera e digiuno indetta dal Papa per la pace in Ucraina, la Chiesa di Carpi invita ad un momento di preghiera pubblico presieduto dal vicario generale mons. Manicardi, che si terrà dalle ore 12 alle ore 14 nella Cattedrale di Carpi.


Una spesa speciale

Parrocchia Madonna della Neve a Quartirolo di Carpi

UNA SPESA SPECIALE

Giovedì 9 dicembre ore 20:30

Presso l’emporio Partecipativo CINQUEPANI, in Via Cattani 69

La Commissione Amoris Laetitia vi invita a conoscere questa realtà contribuendo con l’acquisto dei loro prodotti.

 


Incontro sul Vangelo di Luca promosso da Sab e Caritas

Il Settore Apostolato Biblico (Sab) dell’Ufficio Catechistico Diocesano prosegue il suo programma di proposte in concomitanza con i diversi periodi e ricorrenze che scandiscono la vita della Chiesa, mettendo in evidenza il Vangelo proclamato nell’anno liturgico in corso.

Dopo il primo appuntamento dedicata a Giovanni Battista, profeta e testimone, in occasione dell’Ottobre Missionario, martedì 30 novembrealle 21, sarà la volta di una serata in sintonia con la Giornata mondiale dei poveri, celebrata lo scorso 14 novembre. Presso il Museo diocesano in Sant’Ignazio a Carpi, si terrà infatti l’incontro dal titolo “Un povero di nome Lazzaro. Riflessioni bibliche su ricchezza e povertà nel Vangelo secondo Luca, Vangelo dell’anno”, guidato dal biblista don Giacomo Violi del Servizio Apostolato Biblico dell’Arcidiocesi di Modena-Nonantola. L’evento è promosso dal Sab in collaborazione con la Caritas Diocesana di Carpi. L’invito a partecipare è rivolto a tutti nel rispetto delle disposizioni anti covid-19.